Una città che resta sotto choc e segue passo dopo passo gli sviluppi di un’inchiesta destinata a lasciare il segno. Trapani si interroga sul futuro politico ed amministravo che verrà deciso dalle prossime elezioni sulle quali pesano comunque l’indagine che ha portato all’arresto di Mimmo Fazio e il caso di Tonino D’Alì (entrambi sono candidati a sindaco) che solo tre giorni fa ha ricevuto una notifica di richiesta di una misura di prevenzione per obbligo di soggiorno, sospendendo momentaneamente la campagna elettorale.
L’inchiesta Mare Nostrum ruota attorno all’armatore Ettore Morace e stamani, a Trapani, sono apparsi dei cartelloni di solidarietà nei confronti della famiglia: “Siamo vicini alla famiglia Morace”, “Io sto con Morace”.
Le scritte sono state affisse la notte scorsa davanti ai cancelli della sede della Liberty Lines e del Trapani calcio. I Morace, infatti, sono i patron della squadra che – ironia della sorte – è retrocessa in Lega Pro, appena alcune ore prima che i carabinieri andassero a bussare alla porta di Ettore Morace.
Solidarietà ai lavoratori della compagnia che si occupa del trasporto marittimo veloce con le isole minori è stata invece espressa da uno dei candidati sindaco, Piero Savona, in corsa con il sostegno dello schieramento di centrosinistra.
“Non commento alcuna informazione legata al provvedimento o alle indagini – si legge in una nota – In questo momento il mio pensiero va alla città ai suoi problemi ed all’immagine che ne deriva. Senza dimenticare le centinaia di famiglie coinvolte, direttamente o indirettamente, dalla vicenda che riguarda la Liberty Lines. Immagino la loro paura sul futuro dell’azienda e tutte le preoccupazioni degli abitanti e degli operatori turistici del nostro territorio che già paga un alto tributo alla disoccupazione”.
“Sono vicino – aggiunge – ai miei concittadini che vedono il loro futuro a rischio e mi auguro che l’inchiesta non abbia effetti pesanti sulla città”.
Arriva anche vicinanza a Mimmo Fazio, altro protagonista di questa storia, che ieri è finito agli arresti domiciliari. Il consigliere comunale Francesco Salone, vicinissimo al deputato regionale, in un comunicato ribadisce fedeltà all’ex sindaco di Trapani che ha scelto di ricandidarsi.
“Conosco Fazio perché mi sento politicamente e umanamente legatissimo a lui al punto che, esagerando e malignando, qualcuno mi ha voluto definire il suo ‘delfino’. Oggi sento il dovere di essere all’altezza di questa esagerazione – dice Salone – e quindi affermo con forza che ‘Io ci sono’ vicino a Fazio più di prima e come me, sono certo, ci sono tanti altri trapanesi convinti della forza e della rettitudine di Fazio”.
Salone ricorda che “Fazio è il sindaco che ha gestito milioni di euro negli anni della sua amministrazione senza mai ricevere un avviso di garanzia” e si chiede se “davvero si può immaginare che si sia fatto corrompere per qualche biglietto gratis per l’aliscafo e per una macchina in prestito?”.
“Nessuno ci fermerà – conclude Salone – neppure questa indagine che, sono convinto, non riduce le potenzialità della candidatura di Mimmo Fazio, perché la misura cautelare non è una condanna. A noi rimane solo un unico modo per stargli accanto: continuare la campagna elettorale. Che gli avversari ci battano alle urne se ne hanno la forza e il consenso”.
Intanto sul piano degli sviluppi giudiziaria si apprende che i pm titolari dell’inchiesta Mare Nostrum hanno ha chiesto al gip di richiedere al Senato l’autorizzazione all’uso delle intercettazioni telefoniche delle conversazioni tra Morace e Simona Vicari. La parlamentare di Ap si è dimessa ieri dalla carica di sottosegretario alle Infrastrutture, essendo indagata.
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