Premiazione e festa ieri nella chiesa templare di Sant’Agostino a Trapani in occasione del primo concorso artistico internazionale “Viaggio ad Addis Abeba” in memoria di Sebastiano Tusa, l’archeologo siciliano recentemente scomparso a causa di un incidente aereo. Fu lui che con le sue ricerche identificò il luogo della battaglia finale della prima guerra punica e aperto lo scenario sull’Etiopia.
La graduatoria
Primo classificato, tra i 40 artisti contemporanei che hanno esposto un’opera sul tema del viaggio, è stato Enrico Vucemillo che ha espresso nella sua opera percezione, energia e movimento. Ha vinto un premio consistente in 2 mila euro e la sua opera, assieme a quella di altri 10 artisti premiati, sarà presente gratuitamente al prossimo evento previsto per questo autunno a Londra. La manifestazione, organizzata dall’associazione culturale “Pavel A. Florenskij” (presidente Andrea Aglani) con il patrocinio del Comune di Trapani, ha visto come giudici Rosaria La Rosa e Gaspare Occhipinti. La graduatoria dei vincitori è composta da: per l’appunto primo classificato Enrico Vucemillo di Merano (Signumericophobia space), Giacomo Alessi di Caltagirone (Primitivo), Roberto Talignani di Parma (Archeoatticoludico), Pasquale Potestio di Cariati (Resurrezione Liberazione), Miriam De Nardi di Vimercate (Arrivo alla stazione), Marco Dainelli di Firenze (Respiro verso l’alto), Gheorgita Oatu di Tulcea in Romania (Viaggio alla casa dell’anima), Rosalinda Occhipinti di Trapani (Archaelogy of the future), Andrea’s Mac Muller (Heaven Light), Francesco Musillami di Valderice (Il viaggio), Turi Calvino di Trapani (In viaggio per la vita). L’inserimento di quest’ultimo noto artista trapanese, quasi ottantenne, è da definire un ripescaggio grazie alla volontà dell’associazione che gli ha voluto concedere questa possibilità per munificenza approfittando di una rinuncia dell’ultimo momento.
Commenti dei partecipanti, tra felicità e delusione
Per Calvino “la mia città che amo tanto non mi ha mai valorizzato. Questo è il primo concorso a cui partecipo. Sto cambiando un pò la mia pittura. Studio un disegno sul tonno che è bellissimo. Lavoro tutti i giorni. Sarà una grande sorpresa”. Rosalinda Occhipinti a conclusione della serata si è detta felicissima: “Torno a Londra perchè ci ho vissuto per più di due anni e ho la possibilità di poter esporre in un luogo così importante. La mia avventura continua grazie a questo evento importante per Trapani. La mia opera nasce da un viaggio in Portogallo dove sono rimasta bloccata per la pandemia. Attraverso la fotografia ho catturato alcuni dettagli e ho raccolto un collage digitale che poi è l’opera che ho presentato. Mi sono formata in Arte Visiva a Pisa e a Roma e mi occupo di arte contemporanea. Probabilmente mi inserirò nell’insegnamento però voglio lasciare aperta ogni strada soprattutto nelle gallerie”. “Chi ha vinto – ha aggiunto Musillami – ha meritato. Le opere trasmettono molto. D’altronde la funzione dell’arte è questa. Nel mio quadro parlo di viaggi che non si fanno solo per piacere. Analizzo le varie fasi, i mezzi che si usano, comodi o di fortuna. Tutto viene raccontato con la mia idea”.
I giurati: “Gli enti pubblici si sveglino”
Hanno voluto dire la loro i giurati La Rosa e Occhipinti: “Contenti soprattutto per gli artisti locali. Ciò significa che nel nostro territorio l’arte è viva. Questo è il momento di dire che gli enti pubblici si sveglino perché c’è bisogno di spazi dignitosi, adeguati, pensati, progettati che mancano. Trapani vanta una miriade di artisti affermati anche a livello internazionale ma nessuno ha la possibilità di dire che a domani potrà fare una bella mostra in città. Al contrario di Marsala dove là c’è tutto. Ciò è da sottolineare. Trapani non crea i presupposti per fare esprimere gli artisti locali ed è una cosa gravissima”. I due artisti, peraltro, hanno presentato fuori concorso un’opera ciascuno. Occhipinti un lavoro già esposto in tutta Italia in ferro assemblato e in alcune parti battuto. Rappresenta il Don Chisciotte. La Rosa una tecnica mista dal nome “Pandemia”. Posizionata su un leggìo spinge l’osservatore ad una lettura. Nel fondo c’è una forma rotondeggiante che simboleggia il coronavirus. Tutti i popoli sono avvolti da un abbraccio.
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