Una tragedia sconvolgente ha scosso la comunità di Petrosino. Erina Licari, 62 anni, è stata brutalmente sbranata e uccisa dal cane di famiglia, un meticcio di grossa taglia, che teneva legato con una catena nel garage di casa. La donna non ha avuto scampo: l’animale l’ha attaccata alla testa e al collo, infliggendole ferite mortali.

A ritrovare il corpo è stato il marito, un operaio edile, rientrando a casa dopo una giornata di lavoro. La scena che si è trovato davanti è stata agghiacciante: la moglie era riversa a terra, accanto alla ciotola dell’animale, con il corpo martoriato dai morsi. Il cane era ancora alla catena, con il muso e il garage sporchi di sangue.

La ricostruzione della tragedia

Secondo quanto ricostruito dalla polizia, coordinata dal procuratore di Marsala Fernando Asaro e dal sostituto Diego Sebastiani, la donna sarebbe uscita intorno alle 19:30 per portare da mangiare al cane nel garage, situato a pochi metri dall’abitazione, una villetta nei pressi dello stadio, all’incrocio tra via Trapani e viale Mediterraneo.

Al momento dell’attacco, in casa era presente anche il figlio della vittima, che però non ha sentito nulla, né le eventuali grida di aiuto della madre. Anche i vicini non hanno percepito alcun rumore sospetto. L’allarme è scattato solo al ritorno del marito, che, notando la saracinesca del garage aperta a mezz’altezza, è entrato per controllare.

Il medico legale, intervenuto sul posto, ha accertato che la donna era morta da pochi minuti. L’ipotesi più accreditata è che sia stata attaccata mentre era chinata per versare il cibo nelle ciotole. Le ferite profonde alla testa e al collo hanno probabilmente causato un dissanguamento fatale.

La procura ha disposto l’autopsia per confermare le cause del decesso e fornire ulteriori dettagli sulla dinamica dell’attacco.

Il cane era noto per la sua aggressività

Gli investigatori hanno già ascoltato il marito e il figlio della vittima. Da quanto emerso, il cane era sempre stato tenuto legato proprio per il suo carattere aggressivo e la sua stazza imponente. Dopo l’accaduto, è stato sequestrato e trasferito in un canile di Marsala, dove verranno prelevati campioni biologici per confrontarli con quelli rinvenuti sulla vittima.

Sulla vicenda è intervenuta anche Daniela Molica, educatrice cinofila, che ha evidenziato come «tenere un cane legato in un garage, senza adeguata socializzazione e stimoli, può portare l’animale a sviluppare squilibri comportamentali pericolosi. La deprivazione sensoriale e la frustrazione possono innescare episodi di aggressività incontrollata».

Un problema diffuso nel Marsalese: l’emergenza randagi e attacchi di cani

La tragedia di Petrosino riaccende i riflettori sulla sicurezza legata alla gestione dei cani, domestici e randagi, nel territorio marsalese. Negli ultimi anni, diversi episodi di aggressioni canine hanno seminato il panico nella zona.

• Agosto 2024: un branco di otto randagi ha aggredito alcuni runners lungo la strada litoranea tra Marsala e Petrosino. Uno degli atleti, caduto nel tentativo di fuggire, ha rischiato di essere investito dalle auto.

• Gennaio 2023: una giovane avvocata è stata azzannata alle gambe sul lungomare ex Salinella di Marsala, riportando ferite gravi e oltre 30 punti di sutura.

• Settembre 2019: un uomo di 43 anni è stato attaccato da un cane randagio nei pressi del porto di Marsala.

• Strasatti: un’anziana donna è stata aggredita da più randagi, riportando ferite tali da necessitare oltre 60 punti di sutura.

Questi episodi sollevano interrogativi urgenti sulla gestione dei cani pericolosi e sulla necessità di interventi mirati per prevenire tragedie simili.

L’intera comunità di Petrosino è sotto shock per la morte di Erina Licari. Il dolore e lo sgomento sono accompagnati dalla consapevolezza che episodi del genere possono essere evitati con una gestione responsabile degli animali e una maggiore attenzione alla sicurezza.