In tre la notte del 10 maggio entrarono in una villa isolata a Favignana e picchiarono e rapinarono un’anziana di 72 anni. Per quella violenta rapina a settembre i carabinieri avevano arrestato il romeno Boceanu Ionel Boboc, 52 anni nel casertano. Ma Boboc non era solo, secondo le indagini dei militari che si sono avvalsi dell’ausilio del Ris, nell’abitazione c’erano anche Giovanni Setterini e Alberto Ponzio che sono stati arrestati e portati in carcere in esecuzione di un’ordinanza emessa dal gip di Trapani.
Il provvedimento è stato eseguito dai carabinieri del nucleo operativo di Roma, dai cinofili di Palermo e carabinieri del nucleo operativo di Trapani. I due sono accusati di rapina pluriaggravata e sequestro di persona aggravato. I tre uomini avevano pianificato il colpo scegliendo come vittima una anziana signora che viveva sola in una villetta completamente isolata presso cui Giovanni Setterini in passato aveva svolto dei lavori di giardinaggio. Nel corso della violenta rapina i tre si sono introdotti nell’abitazione da una finestra, armati di bastoni e con il volto travisato, sorprendendo nel sonno la vittima che veniva immobilizzata e ripetutamente minacciata dal Boboc mentre gli altri due complici svaligiavano l’abitazione impossessandosi di 5 mila euro in contanti, un orologio di marca Rolex del valore di circa 5 mila euro, svariati gioielli ed altri beni di pregio per un valore complessivo stimato intorno ai 30 mila euro. Non appena hanno arraffato soldi e gioielli i tre hanno chiuso a chiave nella camera da letto la donna per impedirle di chiamare i soccorsi e garantirsi il tempo necessario alla fuga. Solo per un caso fortuito, il telefono cellulare della vittima si trovava proprio all’interno di quella camera poiché custodito in una giacca, circostanza che le ha permesso di chiamare in suo soccorso i carabinieri di Favignana.
Nel corso delle investigazioni, che si sono protratte per svariati mesi dopo l’evento delittuoso, i militari operanti hanno svolto attività di indagine tradizionale, quali perquisizioni e servizi di appostamento, ed altre più tecniche, quali l’analisi dei tabulati telefonici, l’utilizzo del sistema di intercettazione delle conversazioni e l’estrapolazione delle immagini registrate dal sistema di videosorveglianza dell’abitazione. Fondamentale, inoltre, è stato il ritrovamento, sotto la finestra dalla quale sono entrati in casa, di alcuni frammenti di guanti in lattice indossati dai malviventi che, dopo l’accurato repertamento svolto dal personale specializzato in rilievi tecnici del Comando Provinciale di Trapani, è stato successivamente analizzato dei colleghi del RIS di Messina, che ne hanno estratto le tracce di DNA. Tali attività hanno consentito di ricostruire la dinamica dei fatti e di evidenziare le responsabilità di ognuno dei partecipanti, gettando le basi di un solido apparato accusatorio che ha permesso alla competente magistratura, concordante con le risultanze investigative dei militari dell’Arma, di emettere i provvedimenti odierni.