Le lacrime di Serse Cosmi a fine gara, consolato da Oddo sono la copertina di una storia, comunque, bellissima. Il cuore, la grinta, l’anima: una città, anzi, un’intera regione a spingere i granata verso l’impresa non bastano. Finisce il sogno del Trapani, svanisce dinanzi alla prodezza di Verre. Un gol da metà campo più unico che raro, che grazie al 2 a 0 dell’andata regala la Serie A al Pescara.
Al Provinciale finisce 1 a 1. Un risultato che non basta a conquistare la massima serie, ma che non cancella la stagione capolavoro della squadra del presidente Morace.
E pensare che la gara si era messa subito sul binario giusto: una partita senza un attimo di respiro, fin dal primo minuto, sbloccata dal Trapani dopo appena 5 minuti. Citro parte sul filo del fuorigioco e batte Fiorillo. Succede di tutto: i pescaresi chiedono l’annullamento del gol, ma l’arbitro convalida. Il Trapani torna in corsa.
Comincia un’altra partita. I nervi sempre più tesi da entrambe le parti perchè un gol regalerebbe la Serie A al Trapani. A sfiorare il pareggio, invece, per ben due volte è il Pescara, ma Nicolas si supera e salva i granata.
I biancoazzuri di Oddo reclamano un rigore per un fallo di mano in area, poi è Pektovic, su calcio di punizione, a sfiorare il palo.
Nella ripresa la musica non cambia: il Trapani attacca a testa bassa e il Pescara cerca di colpire in contropiede. All’improvviso, però, Verre tira fuori dal cilindro la prodezza che vale la Serie A. Il numero 40 pescarese vede Nicolas fuori dalla porta e calcia da metà campo: un gol pregevole, quanto importante.
Il Trapani reagisce, Pektovic prova a replicare alla prodezza di Verre con una rovesciata spettacolare che finisce fuori. Poi il Trapani si perde. Scognamiglio ferma Lapadula involato verso la porta e il Trapani rimane in 10. I nervi saltano: il gioco lascia spazio ai calci, ai parapiglia, ai cartellini.
Non basta l’orgoglio. La Serie A è del Pescara, al Trapani, però, vanno gli applausi, meritati e sinceri di tutta la Sicilia, orgogliosa di questo piccolo miracolo sfumato per un soffio. I granata pagano la stanchezza di una stagione giocata sopra le righe, ma anche l’inesperienza e l’eccessivo nervosismo.
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