Ultimo saluto di parenti e amici e anche per Epifanio Alsazia, il socio della Quadrifoglio Group, morto nella strage di Casteldaccia. Il primo a scendere nell’impianto e il primo a trovare la morte.
Un grande lavoratore, uno che non lasciava mai gli operai nonostante i suoi 71 anni. A celebrare i funerali è stato don Enzo Santoro, parroco della chiesa del Sacro Cuore, quartiere a cui apparteneva la famiglia Alsazia. La funzione si è svolta alla chiesa Madre che era gremita. Presenti alle esequi i massimi vertici provinciali e regionali dell’Arma dei carabinieri, dal momento che il figlio dell’operaio morto è in servizio alla compagnia di Partinico.
“Non si può morire di lavoro per portare un pezzo di pane a casa – ha detto il parroco nel corso dell’omelia – La parole del Signor in questi momenti difficili ci guiderà. Perché sia per noi vicinanza e speranza nuova. E per chi ha fede c’è sempre una vita nuova quando finisce quella terrena”.
Presenti alla cerimonia anche il sindaco di Alcamo Domenico Surdi e il sindaco di Castellammare del Golfo Giuseppe Fausto. Il sindaco Surdi ha proclamato per oggi il lutto cittadino per Epifanio Alsazia e Roberto Raneri, i concittadini vittime dell’incidente sul lavoro di Casteldaccia, lo scorso 6 maggio.
sempre oggi ma nel Palermitao si sono tenuti anchje i funerali di un’altra delle cinque vittime, Ignazio Giordano.
“Lo sappiamo, la morte fa parte dell’esperienza di vita terrena, ma ciò non ci consola: il modo in cui Ignazio ha lasciato i suoi affetti più cari, il modo in cui ha perso la vita, è profondamente ingiusto“.
“Morire sul lavoro è un segno preoccupante che dice una società fragile, nella quale non c’è lavoro per tutti e quando c’è, spesso non è dignitoso, è sottopagato, non è rispettoso della dignità umana; è un lavoro che dimentica la persona ed ha come unico orizzonte i suoi obiettivi e il guadagno.
E soprattutto se ancora oggi si muore di lavoro con una frequenza impressionante, significa che qualcosa non va. Le chiamano “morti bianche”, ma rappresentano la sconfitta di questa nostra società, la sconfitta di tutti noi. Spesso ci vengono riproposti i numeri impressionanti delle morti bianche che aumenta di giorno in giorno: non sono numeri, sono uomini e donne e qualche volta minori traditi da quel lavoro nel quale riponevano speranza. Non distraiamoci da questa emergenza” ha detto l’arcivescovo di Monreale Gualtiero Isacchi nell’omelia per i funerali di Ignazio Giordano, il primo delle cinque vittime della strage sul lavoro a Casteldaccia a cui parenti e amici hanno dato l’ultimo saluto.