- In agitazione oltre 3mila imprese balneari in Sicilia.
- oggi assemblea della Cna “Subito la riforma per la tutela degli attuali concessionari”.
- A fare scattare l’allarme, il recente provvedimento del Consiglio di Stato che proroga le concessioni agli stabilimenti balneari solo fino al 2023
“Subito un Tavolo di concertazione con tutte le Organizzazioni di categoria per valutare la messa in campo di contenuti e strumenti, nell’ambito dell’attuale ordinamento normativo siciliano, che garantiscano la continuità aziendale delle imprese balneari dell’Isola”. L’Assessore regionale al Territorio e Ambiente, Toto Cordaro, intervenuto in video conferenza, ha rassicurato l’assemblea di CNA Balneari Sicilia che, riunitasi a Castellammare del Golfo, ha radunano centina di operatori provenienti dalle 9 province.
L’allarme dopo la sentenza
A fare scattare l’allarme, il recente provvedimento del Consiglio di Stato che ha messo in agitazione gli oltre 3mila imprenditori che gestiscono gli stabilimenti in Sicilia. Indice puntato contro la sentenza che disconosce l’estensione della durata delle concessioni balneari per gli stabilimenti fissando un orizzonte temporale strettissimo. Limite che mette a serio rischio la prosecuzione delle attività per migliaia di operatori nel territorio nazionale.
Il tavolo di confronto
Oltre al sindaco di Castellammare Nicolò Rizzo, hanno preso parte all’incontro il capogruppo del Pd all’Ars, Giuseppe Lupo, e il senatore della Lega, Francesco Mollame. In Sicilia, per l’occasione, è arrivato il Coordinatore nazionale di Cna Balneari, Cristiano Tomei.
“Una giornata importante di analisi e di confronto sulla delicata materia, ma anche e soprattutto propositiva – afferma Tomei – alla quale hanno partecipato tantissime imprese che hanno manifestato la loro sofferenza e la loro rabbia. E la ragione è semplice. Investimenti in campo, il lavoro di un’intera vita, una qualità dell’offerta turistica e costiera che rischiano di essere buttate alle ortiche, di essere vanificate nel momento in cui le concessioni scadranno a dicembre del 2023. Riteniamo che quando sia già stato stabilito dalla Legge di riordino, la 145 del 2018, e nella Legge di Bilancio 2019 – ha osservato ancora Tomei – si possa tradurre in una riforma che possa prevedere la possibilità di avere contezza di quanto si trovi in campo su tutto il territorio regionale e nazionale per questo settore e soprattutto potere garantire la continuità aziendale delle imprese balneari siciliane e delle 30.000 imprese balnearie italiane”.
In videoconferenza ha dato il proprio contributo anche la presidente nazionale di Cna Balneari, Sabina Cardinali. All’assemblea, oltre ai massimi rappresentanti di CNA Trapani e imprenditori e dirigenti territoriali, sono intervenuti i vertici regionali della Confederazione, il presidente Nello Battiato, e il segretario Piero Giglione. Quest’ultimo ha sottolineato “l’importanza e i contenuti dell’evento, assicurando l’impegno e la disponibilità dell’Associazione nei rapporti con le Istituzioni politiche affinché si arrivi alla soluzione auspicata”. Per il presidente di Cna Balneari Sicilia, Guglielmo Pacchione, “è un battaglia da vincere”.
Sicilia unica ad avere esteso al 2033 le concessioni demaniali marittime
Ha preso la parola infine il coordinatore regionale, Gianpaolo Miceli. “Il dato che emerge oggi – ha spiegato – è che gli operatori siciliani, fidandosi dell’estensione al 2033, hanno già avviato nel corso dell’anno i primi investimenti, stimati in 500 milioni. Un terzo dei soci Cna ha effettuato investimenti per decine di milioni di euro: questo è un tema fondamentale perché il blocco degli investimenti, in una situazione come quella che viviamo, rischia seriamente di mettere in discussione quel +6% di prodotto interno lordo che ha generato la ripresa.
La presenza turistica durante il Covid in Sicilia è stata garantita proprio dagli stabilimenti balneari che hanno dato supporto alle attività turistiche. Oggi dalla Sicilia parte un monito fondamentale sul livello nazionale per unità della categoria e la capacità della stessa di dialogare con tutte le forze in campo, sociali e politiche, anche quelle avverse alla continuità aziendale, per dare – ha concluso Miceli – un segnale forte rispetto al valore assoluto dell’assetto economico della balneazione in Italia”.
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