Operazione contro lo sfruttamento del lavoro nel Trapanese. Quattro le persone arrestate, due imprenditori e due loro collaboratori. La polizia, attraverso intercettazioni e cimici, scopre condizioni di lavoro degradanti. Una paga da meno di 2 euro l’ora, vessazioni, niente giorno libero e contratti fasulli. E’ questo il grave quadro di violazioni per l’apertura di un’attività commerciale che nascondeva gravissime situazioni e che aveva come vittime i dipendenti.
L’operazione degli agenti della squadra mobile della questura di Trapani, con il supporto dei colleghi di Caltanissetta. Il Gip ha disposto gli arresti domiciliari con braccialetto elettronico nei confronti di quattro persone. Le accuse sono, a vario titolo, di intermediazione illecita e sfruttamento del lavoro. Disposta inoltre la misura cautelare reale del controllo giudiziario dell’azienda con la nomina di un amministratore per la gestione. L’attività d’indagine avviata nell’inverno scorso e supportata da sistemi di videoripresa a distanza e intercettazioni telefoniche. Emerse conclamate condizioni di sfruttamento dei lavoratori impiegati da una società con sede a Mussomeli, in provincia di Caltanissetta, nell’allestimento del nuovo punto vendita di Trapani, poi inaugurato nella primavera scorsa.
In sintesi la società, gestita da due fratelli di origine nissena, utilizzava “fraudolentemente” lo strumento della somministrazione di manodopera. Si avvaleva di un’azienda di intermediazione, e faceva sottoscrivere ai dipendenti contratti di lavoro part-time. Sulla carta quindi 24 ore settimanali articolate su 6 giorni lavorativi. In realtà i titolari della società impiegavano gli operai a tempo pieno e ben oltre lo stesso orario ordinario previsto anche per contratti full time. I dipendenti erano in sostanza costretti a lavorare in condizioni di estremo disagio per 10/11 ore giornaliere, per una retribuzione di circa 500 euro mensili. In pratica pagati a 1,85 euro per ciascuna ora lavorativa. Inoltre in molti casi non era neanche rispettato il riposo settimanale.
Durante l’attività di indagine accertate presunte macroscopiche e reiterate violazioni anche in materia di sicurezza sul lavoro. I lavoratori, infatti, a fronte del profilo per cui erano stati assunti nell’area del commercio, venivano impiegati per mansioni assai diverse. Spesso facevano lavori da carpentieri, manovali, pittori, addetti alle pulizie e persino servizi di guardiania notturna nella fase di allestimento della struttura. Oltre a queste gravi irregolarità, alcuni lavoratori hanno anche riferito di essere stati sottoposti a condizioni di lavoro degradanti. Erano costretti ad operare in violazione delle norme igienico-sanitarie sui luoghi di lavoro. Oltretutto, secondo le testimonianze, i due imprenditori e un loro collaboratore avrebbero adottato “comportamenti vessatori e offensivi”.
Durante le attività investigative sono stati raccolti gravi indizi di colpevolezza anche nei confronti di due dipendenti della società. Uno di loro, addetto alla selezione e gestione del personale, avrebbe artefatto la documentazione amministrativo-contabile del personale. Dal reclutamento all’assunzione, sino alla predisposizione delle buste paga. L’altro invece è risultato essere l’esecutore materiale delle direttive impartite dai due datori di lavoro nelle fasi di avvio dell’attività commerciale a Trapani. Dalle investigazioni sono emersi analoghi episodi di sfruttamento del lavoro da parte degli stessi indagati. Successe per le fasi di apertura di un punto vendita a Castelvetrano. In passato presentata una denuncia anche da parte di un lavoratore del nisseno dove sono presenti altri punti vendita della stessa società.
L’ispettorato lavoro dei carabinieri sta valutando il profilo delle violazioni in materia di sicurezza sul lavoro e le omissioni contributive. Proseguono gli accertamenti insieme al personale Inps per quantificare l’entità complessiva delle violazioni rilevate e dei versamenti omessi.