I Carabinieri del Nucleo Investigativo del Comando Provinciale Carabinieri di Trapani e della Compagnia Carabinieri di Alcamo, hanno dato esecuzione al decreto di sequestro, emesso dalla Sezione Misure di Prevenzione del Tribunale di Trapani, nei confronti un 67enne di Castellamare del Golfo.

L’arresto nel 2020

L’uomo era stato arrestato nell’ambito dell’operazione “Cutrara” del 2020 e si trova ai domiciliari. Con il provvedimento di oggi sono stati sottoposti a sequestro, ai fini della confisca, tre abitazioni, un compendio aziendale, un negozio, un terreno con annessi fabbricati, un conto corrente, il tutto per un valore di circa un milione e mezzo di euro.

L’indagine

Nel corso dell’operazione “Cutrara”, sono state eseguite 14 ordinanze di custodia cautelare emesse dal Gip del Tribunale di Palermo su richiesta della locale Procura della Repubblica a carico di altrettanti esponenti alla famiglia mafiosa di Castellamare del Golfo (Tp), per associazione di tipo mafioso, estorsione, furto, favoreggiamento, violazione della sorveglianza speciale e altro, tutti reati aggravati dal metodo mafioso. Le indagini, coordinate dal Procuratore Capo Francesco Lo Voi, dal Procuratore Aggiunto Paolo Guido e dai Sostituti Procuratori Gianluca De Leo e Francesca Dessì, hanno permesso di disarticolare la famiglia mafiosa di Castellamare del Golfo, che nonostante i dissidi interni, vede saldamente al vertice il pregiudicato Francesco Domingo, soprannominato Tempesta, già condannato a 19 anni di carcere per associazione di tipo mafioso ed altro e ritornato in libertà nel marzo del 2015.

Lo sviluppo dell’indagine

L’indagine avviata dopo la scarcerazione del padrino Francesco Domingo, processato separatamente perché ha scelto il rito ordinario. Ricostruito dagli inquirenti l’organigramma della famiglia mafiosa che, come emerso dall’inchiesta, sarebbe stata guidata dal boss appena uscito di cella. In realtà, secondo gli inquirenti, Domingo non avrebbe mai lasciato il comando nonostante fosse detenuto. Il clan controllava le attività economiche, in particolare dei settori agricolo ed edilizio. Attraverso minacce e intimidazioni i boss sarebbero riusciti ad aggiudicarsi lavori e avrebbero svolto un ruolo di mediazione e risoluzione delle controversie tra privati sostituendosi alle istituzioni.