“Domenica è scoppiata una rissa scoppiata al reparto Mediterraneo nel carcere di Trapani tra detenuti tunisini e nigeriani. Oggi una seconda rissa tra detenuti catanesi e trapanesi. Sempre oggi un carcerato è salito sul tetto del reparto Tirreno per chiedere che venisse trasferito in un altro carcere”. E’ quanto afferma il segretario provinciale del Sinappe Rocco Parrinello.

Le parole di Parrinello

“Occorre sollecitare l’inizio dei lavori per il reparto isolamento, chiuso per inagibilità. Il carcere di Trapani – aggiunge il dirigente sindacale – non può non avere questo reparto. Solo grazie all’intervento delle esigue unità di polizia penitenziaria in servizio si è riusciti a riportare l’ordine all’interno della struttura. Il personale di polizia, a cui va il nostro plauso per l’abnegazione dimostrata fino ad oggi, è stanco e auspica in provvedimenti non più rinviabili e risolutivi per ritornare ad espletare il proprio servizio con serenità. E’ carente il personale tanto che i colleghi lavorano in condizioni al limite. Spesso un solo agente si trova a gestire più di 200 detenuti nel turno pomeridiano e serale”.

Rissa al Malaspina

Una rissa è scoppiata nel carcere minorile Malaspina di Palermo. È quanto fa sapere Paolo La Corte, segretario del sindacato autonomo polizia penitenziaria. “È scoppiata una rissa violentissima tra detenuti, italiani da una parte e stranieri dall’altra. Diversi i contusi e i feriti. Subito il personale di polizia penitenziaria è intervenuto – aggiunge il sindacalista – Molteplici sono i problemi che affrontano gli agenti. E questo si verifica per la mancanza di personale. I poliziotti sono nello sconforto perché si sentono abbandonati dagli vertici regionali e nazionali dell’amministrazione della giustizia minorile e dalle istituzioni. L’ira degli agenti è rivolta a tutti coloro che non hanno raccolto e non hanno voluto raccogliere, in questi mesi, i reiterati nostri allarmi”.

Capece, “Sale vertiginosamente il numero di poliziotti coinvolti”

Il segretario generale del Sappe Donato Capece stigmatizza il grave episodio avvenuto nel carcere minorile palermitano ed esprime solidarietà ai poliziotti coinvolti: “Con questi ulteriori gravi eventi critici sale vertiginosamente il numero dei poliziotti coinvolti da detenuti senza remore in fatti gravi. Esprimiamo la massima solidarietà e vicinanza a tutti i colleghi dell’IPM di Palermo: e quest’ultimo episodio deve far riflettere i vertici dell’Istituto e della Regione. Ci vuole una completa inversione di rotta nella gestione delle carceri regionali, siamo in balia di questi facinorosi. Facciamo appello anche alle autorità politiche regionali e locali: in carcere non ci sono solo detenuti, ma ci operano umili servitori dello Stato che attualmente si sentono abbandonati dalle Istituzioni”.

“Parlo”, specifica, “di quelle donne e di quegli uomini che il carcere lo vivono 24 ore su 24, 365 giorni; che pressoché quotidianamente hanno a che fare con detenuti che mettono a repentaglio l’ordine e la sicurezza della sezione detentiva; che si confrontano a detenuti con in mano una o più lamette intrise di sangue, o con una padella piena d’olio bollente tra le mani pronta per essere buttata in faccia all’operatore, o con un piede di tavolino in mano pronto ad essere scagliato contro un poliziotto. Dovrebbero sentire sui loro visi, anche tutti coloro che oggi si professano esperti carcerari, i pugni, le sberle, gli sputi che prendono i nostri Agenti in servizio dai detenuti più violenti. E poi ne parliamo…”.

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