Nella giornata di ieri 11 maggio i Carabinieri della Stazione di Favignana (TP) hanno arrestato per l’ennesima volta Vito D’Angelo, 71 anni, accusato di associazione di tipo mafioso, in esecuzione ad un ordinanza di aggravamento emessa dalla Sezione Penale del Tribunale di Trapani, con la quale è stata sostituita la misura cautelare personale degli arresti domiciliari in atto applicata con quella della custodia cautelare in carcere.
L’uomo era stato arrestato lo scorso 5 marzo durante l’Operazione antimafia denominata “Scrigno” condotta dal Nucleo Investigativo di Trapani, nel corso della quale, in esecuzione dell’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal GIP del Tribunale di Palermo, su richiesta della locale Procura della Repubblica – DDA, sono state tratte in arresto 25 persone accusate, a vario titolo, di associazione mafiosa, scambio elettorale politico mafioso, estorsione, danneggiamento seguito da incendio e altro, tutti reati aggravati dal metodo mafioso. Vito D’Angelo era ritenuto il vertice della famiglia di Favignana.
D’Angelo era stato sottoposto al regime degli arresti domiciliari poiché le precarie condizioni di salute dello stesso, erano ritenute incompatibili con il regime carcerario. II 9 ottobre scorso però è stato portato in carcere per aver violato le prescrizioni relative ai divieti di comunicazioni con persone non autorizzate, incontrando più volte soggetti che, a loro volta, mantenevano i contatti addirittura con coindagati nel suo stesso procedimento penale.
A seguito dell’emergenza Covid19, Vito Dangelo fa parte dei “boss” messi ai domiciliari per motivi di salute e per il rischio di contagio da Covid 19 in carcere. Ma come la volta precedente non appena tornato a casaè iniziato il via vai di persone dalla sua abitazione. È scaturito quindi l’ennesimo provvedimento restrittivo nei suoi confronti. Ora si trova al carcere “Pietro Cerulli” di Trapani.
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