Cinque agenti del reparto mobile di Palermo sono rimasti feriti presso il Cpr di Milo a Trapani nel tentativo di sedare una rivolta scoppiata in un settore del centro. Gli agenti sono stati trasportati in ospedale e hanno riportato 5 giorni di prognosi, uno di loro è stato portato in ambulanza perché colpito da un oggetto al volto.
I migranti trattenuti all’interno del Cpr, dopo aver danneggiato una parte della struttura, sono riusciti a recuperare oggetti contundenti, che hanno utilizzato contro la squadra del reparto mobile, la quale, in tenuta antisommossa, ha provato a intervenire per sedare la rivolta e procedere al sequestro del materiale ritenuto pericoloso. A quel punto i migranti hanno lanciato di tutto contro poliziotti, come pietre, spranghe e bottiglie, compresi escrementi e urine.
“Aggredire le donne e gli uomini delle forze dell’ordine è diventato uno sport nazionale. La nostra è una professione sempre più esposta a rischi per l’incolumità dei colleghi. Da Torino a Bologna, per finire a Trapani, sono una trentina i colleghi rimasti feriti nell’ultima settimana in tutto il Paese, dove ormai si respira un clima di tensione costante e pericoloso e a pagarne le spese sono gli uomini e le donne in divisa”, ha affermato il segretario generale aggiunto del Sap, Giuseppe Coco, precisando che «due dei migranti coinvolti nella rivolta di ieri, soggetti già noti alle forze dell’ordine in quanto responsabili di svariati reati commessi in Italia, sono stati arrestati”.
“Oltre a esprimere la massima solidarietà ai colleghi feriti e ad augurargli una pronta guarigione – ha aggiunto Coco – auspichiamo che venga approvato al più presto al Senato il ddl sicurezza. Tale ddl, sostenuto da tempo dal Sap, prevede l’inasprimento delle pene per chi usa violenza e resistenza a pubblico ufficiale, nel caso di specie, la modifica del ddl 1236 del 2024 art. 26, secondo cui coloro che promuovono, organizzano o dirigono la rivolta nelle strutture di trattenimento e accoglienza per i migranti sono puniti con la reclusione da un anno e sei mesi a cinque anni”.
“L’avevamo purtroppo annunciato. E nonostante la nostra cautela per non essere accusati di esserci ammalati della sindrome di Cassandra, i fatti non solo hanno confermato le nostre previsioni ma quanto accaduto nelle ultime ore tra Torino, Bologna e il Cpr di Milo in provincia di Trapani, conferma quello che avevamo denunciato. Oggi le piazze sono inquinate dai professionisti del disordine che intervengono solo per dare sfogo alla loro bieca violenza. C’è una sola, chiara e manifesta regia in tutti questi cortei: il fanatismo ideologico che prescinde dalle ragioni concrete per le quali si protesta.
Nessuno intende mettere in discussione il diritto a manifestare previsto dalla nostra Costituzione, ma quello che stiamo vivendo oggi nelle nostre piazze sono solo scene di assurda violenza con una precisa caccia alla divisa”. Così in una nota, Felice Romano, Segretario Generale del SIULP, il sindacato maggioritario del Comparto Sicurezza, Difesa e Soccorso Pubblico, commenta i gravissimi scontri avvenuti a Torino, Bologna e Milo, lanciando un ulteriore allarme: “Oltre 30 appartenenti alle forze di polizia, negli ultimi 7 giorni, sono dovuti ricorrere alle cure in ospedale per le ferite riportate nel corso dei servizi svolti durante le manifestazioni di piazza o nei Cpr.
Il filo rosso che lega tutte queste situazioni è la caccia all’uniforme e a tutto ciò che rappresenta lo Stato, perchè l’obiettivo, oramai chiaro, è sovvertire l’ordine istituzionale democraticamente eletto e ne è riprova l’ordigno utilizzato a Torino, una vera e propria bomba che, anche se artigianale, è stata lanciata col chiaro intento di fare del male. Ma quello che più preoccupa è ancora l’assordante silenzio di gran parte dell’intero panorama politico che, non solo non condanna, ma nemmeno prende le distanze da tali comportamenti. Per questo sottolineiamo essere importante la manifestazione di vicinanza ai colleghi e la presa di distanza fatta dalla segretaria del PD Elly Schlein, sui fatti di Torino. Nel Cpr di Milo, i trattenuti in attesa di espulsione, condannati per gravi reati, hanno brutalmente affrontato i nostri colleghi lanciando contro di essi di tutto, finanche escrementi ed urina umane, per il solo fatto che i poliziotti avevano sottratto loro oggetti e armi che per regolamento non potevano possedere perché atti ad offendere. Un clima che ha scatenato una vera e propria caccia al poliziotto come emerge dal Cpr di Milo in Sicilia. Nel confermare quanto già denunciato dal Siulp di Torino, Palermo e Bologna, ovvero che la misura è oramai colma, chiederemo un urgente incontro con il Ministro Piantedosi per capire se ci sia o meno la volontà del governo e della politica di tutelare le donne e gli uomini in uniforme che ogni giorno rischiano la propria vita a garanzia della sicurezza di tutti i cittadini, delle istituzioni democratiche e delle nostre città”.