- A Marsala, il pubblico ministero della Dda ha fatto le sue richieste
- Pene più severe, 25 anni di carcere sono state chieste per Gaspare Como e Dario Messina
- Per Vittorio Signorello richiesti 23 anni, 20 per Bruno Giacalone
- Proceso nasce da operazione antimafia Annozero dei carabinieri
Condanne per complessivi 166 anni di carcere sono stati invocate dal pm della Dda di Palermo Francesca Dessì per i tredici imputati, in tribunale, a Marsala, del processo scaturito dall’operazione antimafia denominata Annozero, un blitz del 19 aprile 2018.
Indagine dei carabinieri
Un’indagine condotta dai carabinieri che ha visto coinvolti presunti mafiosi, tra i quali anche due cognati del superlatitante Matteo Messina Denaro (Gaspare Como e Rosario Allegra, quest’ultimo deceduto il 13 giugno 2019, a 65 anni, a seguito di un aneurisma cerebrale, nell’ospedale di Terni) e fiancheggiatori di Cosa Nostra nel Belicino.
Le richieste del Pm, 25 anni per Como e Messina
Le pene più severe (25 anni di carcere) sono state chieste per Gaspare Como, al quale è contestato un ruolo di vertice nella “famiglia” di Castelvetrano, e per Dario Messina, ritenuto dagli inquirenti il nuovo reggente del mandamento mafioso di Mazara del Vallo.
Le altre richieste dell’accusa
Queste le altre richieste del pubblico ministero Dessì: 23 anni per Vittorio Signorello, anche lui di Castelvetrano, 20 anni per Bruno Giacalone, di Mazara del Vallo, 18 anni per Vito Bono, di Campobello di Mazara, 17 anni per il mazarese Giovanni Mattarella, genero del defunto boss Vito Gondola, detto “Coffa”, 16 anni per il castelvetranese Carlo Cattaneo. Quest’ultimo, operante del settore delle sale giochi e scommesse on line, accusato di concorso esterno in associazione mafiosa.
Il pm, infine, ha invocato 8 anni di reclusione e 8 mila euro di multa per l’ex consigliere comunale di Castelvetrano Calogero “Lillo” Giambalvo, 7 anni per il campobellese Giuseppe Accardo, 5 anni per Carlo Lanzetta, 4 anni ciascuno per Nicola Scaminaci, Giuseppe Tommaso Crispino e Maria Letizia Asaro. Tra le accuse a vario titolo contestate agli imputati, oltre all’associazione mafiosa, anche l’estorsione, i danneggiamenti (incendi), il trasferimento fraudolento di valori e il favoreggiamento. Nell’indagine, è emerso anche l’interesse della mafia nel settore delle scommesse on line.
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