Trapani

La pioggia alza il livello degli invasi ma la Sicilia butta via l’acqua che raccoglie

L’acqua ora c’è in Sicilia quindi…buttatela via. Il paradosso dei paradossi si chiama “Diga Trinità” dove anni di incuria e mancata manutenzione hanno portato ad una situazione di sicurezza precaria tanto da non potere raccogliere l’acqua delle piogge di questi giorni. Anzi, per la precisione, l’acqua l’invaso la raccoglie ma poi viene buttata via perché la diga non è sicura e riempirla troppo è pericoloso.

Il livello di esercizio

La diga ha evidenti carenze di sicurezza a livello statico, sismico e in condizioni di piena, scrive il Ministero alla Regione. Da aprile scorso, vista la condizione di siccità severa, è stato autorizzato un uso degli impianti con un riempimento massimo fino a 62 metri sopra il livello del mare ma con le paratie superiori aperte. Questo comporta che raggiuto quel limite l’acqua in più viene buttata via e scorre in fiumi e torrenti verso il mare.

Le piogge hanno alzato il livello

Le piogge di questi giorni hanno rialzato il livello ed è stato superato quel limite tanto che attualmente un flusso di acqua scorre via quotidianamente. Acqua sprecata anche se servirebbe, altroché se servirebbe.

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L’acqua buttata via oggi

Ma c’è di peggio! In assenza di interventi la diga deve “chiudere” andare fuori esercizio. Intanto il livello, attualmente a 62 metri slm, deve scendere ad una quota massima di 54 (Il ministero vigilante scrive fra 50 e 54 ma il gestore cercherà di tenerla al limite massimo). Il che significa buttare via ancora tante ma tanta acqua

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E’ la fine per l’agricoltura trapanese

“Pensare di chiudere la diga Trinità significa far chiudere le aziende della provincia di Trapani. Sono anni che l’acqua viene sprecata e non è più possibile accettare questa situazione” afferma adesso con preoccupazione Coldiretti Sicilia che sottolinea come il rimpallo di responsabilità sta solo facendo “saltare i nervi” agli imprenditori agricoli della zona.

“Trovare una soluzione adeguata che possa garantire l’uso delle risorse idriche dev’essere una priorità perché non si può aspettare la pioggia per poi buttarla. Soprattutto – aggiunge una nota di Coldiretti Sicilia – deve essere fatto in tempi celeri e non aspettare anni. È chiaro che di fronte a questa priorità sarebbe auspicabile che le risorse destinate ad opere faraoniche venissero dirottate verso la messa in sicurezza di quest’opera così importante per tutta l’agricoltura”

“Da tempo si aspettano soluzioni efficaci – conclude Coldiretti Sicilia – e gli agricoltori non possono più attendere i periodi dei bolli e dei timbri. Qui si va oltre il paradosso e ci si avvicina alla fantascienza”.

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