I carabinieri di Favignana insieme ai finanzieri della tenenza di Favignana e personale della Guardia Costiera hanno sequestrato 110 chili di prodotti ittici congelati abusivamente ed in cattivo stato di conservazione e ulteriori 1000 chili di pesce surgelato privo di tracciabilità. Un uomo è stato sanzionato amministrativamente per l’importo di 1500 euro. Ora tutti i prodotti rinvenuti venivano posti sotto sequestro in attesa di essere analizzati e distrutti.
Nell’attesa dello sbarco dei mezzi dal traghetto i militari sono stati affiancati da un uomo il quale notando la presenza di più forze di Polizia segnalava la presenza di affollamento anche in altre parti dell’isola. La segnalazione ha insospettito i militari che hanno controllato i movimenti del soggetto il quale faceva ingresso all’interno del traghetto con un camion congelatore cominciando a caricare materiale prelevato da un mini container precedentemente imbarcato a Trapani.
E’ scattato così il blitz delle forze dell’ordine durante il quale sono stati anche controllati 6 esercizi pubblici ai quali venivano elevate sanzioni amministrative per l’importo complessivo di 25mila euro per mancato rispetto del suolo pubblico e per esercizio di somministrazione di alimenti e bevande senza titolo abilitativo.
“L’imponente sequestro di prodotti ittici in cattivo stato di conservazione effettuato a Favignana dai Carabinieri, ai quali va il plauso per l’attività svolta a tutela delle attività commerciali regolari e della salute dei cittadini, impone una riflessione”.
È quanto afferma Daniela Mainenti, docente di diritto processuale penale comparato e tra i massimi esperti di lotta alla pesca illegale.
“Queste notizie sottolineano, con grande evidenza, una concentrazione di attività irregolari nei luoghi di maggiore presenza turistica, dove c’è in atto un altissimo consumo di pesce. Emerge, inoltre, ancora una volta, ciò che è noto da tempo: circa l’80% dei prodotti ittici che arriva sulle nostre tavole è importato, soprattutto in periodi di massiccio afflusso di turisti. Oltre ai controlli delle Forze dell’Ordine, dunque – conclude la Mainenti – è necessario che il consumatore sia messo in condizione di avere chiarezza su ciò che sta acquistando o su ciò che si appresta a mangiare nel caso in cui il consumo avvenga al ristorante. Salubrità del pescato, salute del cittadino e legalità devono avere lo stesso passo”.