Durante i momenti di preghiera

Costringeva giovani fedeli a rapporti sessuali, ex pastore condannato e portato in carcere

I Carabinieri hanno arrestato un ex pastore evengelico perchè accusato e condannato per violenza sessuale aggravata e continua nei confronti di alcune giovani fedeli che sarebbero state costrette a subire violenze sessuali durante alcuni momenti di preghiera ai quali partecipavano assieme all’uomo che oggi ha 72 anni. All’epoca dei fatti le ragazze erano minorenni.

L’ex pastore pentecostale in carcere

Dopo l’inchiesta nata a seguito delle denunce, ora si aprono le porte del carcere per l’ex pastore di una chiesa evangelica pentacostale di Marsala, in provincia di Trapani. L’uomo è stato infatti condannato in via definitiva a 6 anni e 8 mesi per violenza sessuale nei confronti di alcune ragazze all’epoca dei fatti minorenni. L’uomo, che deve scontare un residuo pena di 5 anni e mezzo su provvedimento restrittivo emesso dalla Procura Generale presso la Corte di Appello di Palermo, non era reperibile presso il proprio domicilio. I Carabinieri di Trapani hanno pertanto avviato le attività necessarie per rintracciarlo e, grazie anche alla collaborazione di alcuni cittadini, sono riusciti a localizzarlo nel quartiere popolare trapanese Fontanelle.

Le ricostruzioni degli abusi

I Carabinieri, nella serata del 9 marzo, hanno fatto scattare il blitz e l’hanno bloccato. L’uomo deve scontare la propria pena per abusi sessuali commessi su alcune giovani che frequentavano il luogo di culto. Le indagini, all’epoca dei fatti, erano state svolte dai Carabinieri di Marsala che, già nel 2017, avevano arrestato l’ex pastore. L’uomo, oggi 72enne, abusando dell’autorità derivante dal proprio ruolo di guida religiosa, in reiterate occasioni, durante momenti di preghiera, costringeva le vittime a subire atti sessuali convincendole che, così, si sarebbero liberate “dagli spiriti maligni” che le possedevano.

Il prete in chat con ragazzini nel Palermitano

Nei giorni scorsi la terza sezione della Corte di appello ha confermato la precedente sentenza del tribunale di Termini Imerese che aveva inflitto 5 anni al sacerdote Vincenzo Esposito, 64 anni originario di Caltavuturo con l’accusa di induzione alla prostituzione minorile. La sentenza, come riporta il Giornale di Sicilia, riforma in parte la decisione emessa il 22 giugno 2020 dal tribunale, appellata dall’imputato ma anche dalle parti civili. Il prete dovrà anche risarcire un’altra persona offesa che era stata esclusa nel primo giudizio e dovrà anche pagare le spese processuali. I legali Giovanni Di Trapani e Renato Vazzana hanno già preannunciato il ricorso alla Corte di Cassazione contro il reato contestato all’assistito. I carabinieri della compagnia di Termini Imerese lo hanno intercettato mentre effettuava delle video chiamate hard con quattro ragazzini di 16 e 17 anni. In cambio dava loro dei soldi, tramite ricariche telefoniche o Postepay. Sotto inchiesta finì anche la madre di uno dei ragazzini: secondo l’accusa sapeva cosa stava accadendo e avrebbe indotto il figlio a prostituirsi con il sacerdote. I versamenti di denaro, da parte del prete in favore dei giovani erano di piccolo taglio, dieci, venti o trenta euro per vedere in chat immagini a sfondo sessuale.

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