Dai domiciliari finisce in carcere perché evade continuamente, così come è stato accertato dai carabinieri. Per un uomo residente del Trapanese si sono adesso aperte le porte del penitenziario. Venne arrestato per aver rimesso in funzione un’arma con cui minacciava anche i propri vicini di casa.
La decisione del tribunale
I carabinieri della stazione di Partanna hanno arrestato un uomo di 55 anni, residente nello stesso paese del Trapanese, in esecuzione ad un’ordinanza di aggravamento della misura nei suoi confronti. Ad emetterla il tribunale di Sciacca che per lui ha disposto la detenzione in carcere a seguito dalle reiterate violazioni degli arresti domiciliari che erano state documentate dai militari dell’Arma.
L’accusa
L’uomo, che era stato sottoposto alla misura degli arresti domiciliari, nel settembre scorso era stato arrestato per i reati di detenzione illegale di armi comuni da sparo, alterazione di armi, danneggiamento e minaccia aggravata. Il 55enne avrebbe modificato armi originariamente inoffensive e successivamente rese funzionanti attraverso l’alterazione artigianale minacciando in alcune occasioni i vicini di casa. A seguito degli accertamenti e delle determinazioni del tribunale l’uomo è stato rinchiuso nel carcere di Sciacca.
Le evasioni singolari
Le evasioni avvengono anche per motivi, diciamo così, particolari. E’ il recente caso accaduto a Palermo dove un uomo di 43 anni, agli arresti domiciliari, alcune notti fa si è presentato negli uffici del commissariato Zisa-Borgo Nuovo e davanti agli agenti ha confessato: “Non ce la faccio più con mia moglie, preferisco andare in carcere”. Una vera e propria evasione che ha colto di sorpresa i poliziotti che hanno identificato l’uomo, accertando il fatto che effettivamente si trovasse ai domiciliari per resistenza a pubblico ufficiale.
L’evasione, sia dalla moglie che dai domiciliari, è risultata inutile per il 43enne. I poliziotti, infatti, hanno spiegato che sarebbe stato impossibile convertire la misura cautelare. Non con queste modalità e che si sarebbe dovuto rivolgere al suo legale.
A Giarre un caso simile
Non è certamente il primo caso, non sarà l’ultimo. Nel Catanese, circa tre anni fa, un episodio simile. A Giarre un uomo, all’epoca dei fatti 50enne, ai domiciliari per furto commesso ad un supermercato di Patti ha litigato con la moglie ed ha preferito il carcere agli arresti domiciliari. La ferma decisione dopo essersi tolto il braccialetto elettronico. Poi si è presentato nel carcere di via Foscolo a Giarre.
Agli agenti della polizia penitenziaria spiegò che avrebbe preferito tornare in prigione piuttosto che stare con la moglie. Ma anche allora come il recente caso a Palermo, il risultato è stato identico: dopo essere stato arrestato dai carabinieri della compagnia di Giarre, è stato condannato per direttissima. Ed è stato posto ancora agli arresti domiciliari. Ancora col braccialetto elettronico, ancora – purtroppo per lui – in casa con la moglie.
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