Il Tribunale del Riesame di Palermo ha significativamente ridotto l’importo del sequestro di beni disposto nei confronti dell’ex senatore di Alcamo, Antonino Papania, e del suo stretto collaboratore, Angelo Rocca. Lo scrive il Giornale di Sicilia. Il provvedimento iniziale, emesso dal Tribunale nell’ambito dell’inchiesta sulla gestione dei corsi di formazione professionale, prevedeva il sequestro di 714.000 euro per Papania e 232.000 euro per Rocca. Il Riesame, accogliendo il ricorso presentato dall’avvocato Vito Di Graziano, ha ridotto la somma sequestrata a Papania a 16.500 euro e quella di Rocca a 28.000 euro, una differenza sostanziale rispetto alle cifre iniziali.

Annullato il divieto di dimora per Rocca, restano i domiciliari

Oltre alla riduzione del sequestro, il Tribunale del Riesame ha annullato il divieto di dimora per Angelo Rocca, ex candidato alle ultime elezioni regionali. Tuttavia, Rocca rimane agli arresti domiciliari ad Alcamo, misura cautelare contro la quale l’avvocato Di Graziano ha già presentato un ulteriore ricorso al Riesame. L’ex senatore Papania, invece, si trova attualmente detenuto nel carcere di Pagliarelli a seguito dell’operazione “Eirene” del 15 settembre, con l’accusa di voto di scambio politico-mafioso (articolo 416 ter). Per questa accusa, il Tribunale del Riesame ha confermato la misura cautelare della custodia in carcere, e gli avvocati Lauria e Di Graziano sono in attesa delle motivazioni per presentare ricorso in Cassazione.

L’inchiesta sui corsi di formazione e le accuse a carico di Papania

L’inchiesta sui corsi di formazione professionale, che ha portato alle recenti misure cautelari, si aggiunge alle accuse già pendenti a carico di Papania. L’ex senatore, figura di spicco della politica alcamese per quasi trent’anni, è coinvolto in un’indagine che ipotizza l’utilizzo dei fondi europei destinati alla formazione professionale come strumento per favoritismi e clientele, anche al di fuori di Alcamo. Per oltre vent’anni, Alcamo è stata considerata un centro nevralgico per i corsi di formazione in Sicilia, e secondo gli inquirenti, Papania avrebbe avuto un ruolo centrale nella gestione di questi fondi.