Spiacevole sorpresa nella località di Margi Spanò, nei pressi di Petrosino, in provincia di Trapani.
Una zona umida costiera che dal 2011 è considerata dalla Convenzione internazionale di Ramsar, così come deciso dal Ministero dell’Ambiente.
L’area, circondata da coltivi e case , è uno degli ultimi lembi di una Sicilia ormai scomparsa. Laghi e stagni costieri prosciugati per le coltivazioni e per le case abitate solo pochi giorni in estate. Purtroppo tra i nuovi “acquisti” del paesaggio Siciliano vi sono anche le discariche come quella scoperta ieri nel corso di una escursione della LIPU. L’area, nonostante tutto, si presta ancora per l’osservazione di numerosi uccelli acquatici, in questo periodo più numerosi grazie all’avvio della migrazione primaverile.
Ed invece, tra i campi allagati, sono stati individuati rifiuti di ogni genere e tra questi, parzialmente a mollo, due pecore morte, di cui una all’interno di un sacco ed una seconda con una vistosa macchia di vernice rossa al collo. Tra scarpe vecchie, materiale edile e rifiuti di vario genere, vi era poi un cane con un collare al collo; il povero animale era ridotto pelle ed ossa. La morte, infatti, doveva essere avvenuta un paio di mesi addietro. Come se ciò non bastasse a poca distanza veniva rinvenuta una Gazza morta ed un grosso pezzo di mammella di pecora. Sul cumulo di rifiuti, poi, una femmina di Falco di Palude, anch’essa morta.
“Era una scena tremenda – ha riferito Giovanni Cumbo, responsabile della LIPU di Palermo –accompagnata da un lezzo inosopportabile. Siamo rimasti tutti sgomenti, sia per i resti degli animali domestici che di quelli selvatici, oltre, ovvimente, per le condizioni generali dell’ambiente. Il Falco di Palude, poi, doveva essere morto da poco. Non presentava segni visibili di ferite, anche se l’evenutale atto di bracconaggio potrà essere escluso solo con un esame radiografico volto ad appurare la presenza di pallini di piombo. Di certo – ha concluso Cumbo – una spettacolo tristissimo, segno di degrado ed abbandono”.
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