“La Fondazione Orestiadi si prepara al 2026, l’anno in cui Gibellina sarà Capitale italiana dell’arte contemporanea. E lo farà, già nei prossimi mesi, proponendo, tra l’altro, ad Agrigento, Capitale della cultura italiana nel 2025, alcune iniziative comuni. Il rapporto tra le due città dovrebbe farsi stretto, per poi arrivare a quello che sarà un ‘passaggio di testimone’ tra capitali”. Lo dichiara Calogero Pumilia, presidente della Fondazione Orestiadi.
“Il rapporto tra la nostra Fondazione e la città di Agrigento – aggiunge – è già in atto. Proprio nella città dei Templi da alcuni mesi, in una sede prestigiosa, svolgiamo continue attività e siamo divenuti così un essenziale punto di riferimento culturale in collaborazione con l’Ente parco. A favorire questo ‘dialogo’, poi, sarà sicuramente la figura di Roberto Albergoni, ideatore, per Gibellina, del progetto vincente ‘Portami il futuro’ e attuale direttore generale – conclude Pumilia – della Fondazione ‘Agrigento capitale della cultura”.
Il Festival delle Orestiadi, giunto alla sua quarantatreesima edizione, ha animato città di Gibellina, tra il baglio di Stefano e il Cretto di Burri, dal 5 al 10 agosto. Con la direzione artistica di Alfio Scuderi, il festival si è confermato punto di riferimento per l’arte contemporanea in Sicilia, offrendo un programma ricco di spettacoli teatrali, musicali e installazioni artistiche.
Il filo conduttore di questa edizione è stata la “forza delle parole“, un tema centrale in un momento storico in cui il linguaggio spesso perde di significato. “Partiamo da autori che hanno dato alle parole peso, valore sociale, a volte maieutico, rivoluzionario”- spiega Alfio Scuderi, direttore artistico – autori e poeti che hanno segnato la storia del nostro paese, come Giorgio Gaber, Ennio Flaiano e Danilo Dolci”.
Ci sono stati 14 spettacoli, tra cui due anteprime, quattro prime nazionali e due progetti speciali site specific realizzati nel Cretto di Burri. “Percorsi teatrali” unici snoderanno tra i luoghi di Gibellina, creando un’esperienza immersiva per il pubblico. La musica un’altra protagonista indiscussa, in una commistione di linguaggi che ha sempre caratterizzato il festival.
“Nella rifondazione della città di Gibellina, il teatro è stato elemento di speranza, divenendo essenziale nel trovare un nuovo senso identitario dopo la distribuzione del terremoto” – afferma Calogero Pumilia, presidente della Fondazione Orestiadi – da 43 edizioni proseguiamo su questa linea, rinnovando costantemente l’offerta e le proposte che confermano il teatro come uno degli elementi essenziali della nostra attività”.