- Dopo la condanna a 20 anni di carcere sia in primo che in secondo grado, arriva l’assoluzione per Domenico Centonze, allevatore di Marsala
- Era accusato di aver ucciso due tunisini la notte del 3 giugno 2015
- Il duplice omicidio rimane senza colpevoli
La Corte d’assise d’appello di Palermo ha assolto Domenico Centonze, 45 anni, allevatore, di Marsala, dall’accusa di duplice omicidio. Con questa imputazione, Centonze era stato condannato a 20 anni di carcere sia in primo grado (gup di Marsala con rito abbreviato) che in secondo (Corte d’assise d’appello di Palermo). Quello conclusosi oggi è, infatti, il processo d’appello bis ordinato, poco meno di un anno fa, dalla Cassazione, che annullò la condanna, rinviando ad altra sezione della Corte d’assise d’appello di Palermo.
Il duplice omicidio nel 2015
Domenico Centonze, tornato in libertà dopo la pronuncia della Cassazione, era accusato (insieme al cugino Pietro Centonze, di 50 anni, condannato in primo grado a 20 anni e poi assolto in appello) del duplice omicidio dei tunisini Rafik El Mabrouk e Alì Essid, di 31 e 34 anni, uccisi con due colpi di fucile, la notte del 3 giugno 2015, in contrada Samperi, tra Marsala e Mazara, di fronte l’ex distilleria Concasio. Le due vittime, i cui corpi caddero a terra in uno spiazzo trasformato in discarica abusiva, viaggiavano su un ciclomotore.
Per l’accusa la gelosia movente del delitto
Adesso, il duplice omicidio rimane senza colpevoli. A difendere Domenico Centonze sono stati gli avvocati Luigi Pipitone, Luca Cianferoni e Salvino Mondello. Dalle indagini dei carabinieri di Marsala era emerso che la notte in cui fu commesso il duplice omicidio, all’interno del night “Las Vegas” di Mazara del Vallo, una delle due vittime, Rafik El Mabrouk, ebbe un violento diverbio con Domenico Centonze, che nel locale sarebbe arrivato in compagnia di una ballerina romena, che poi si sarebbe intrattenuta con il nordafricano, scambiandosi i numeri di telefono. La gelosia, quindi, per l’accusa, sarebbe stato il movente dell’omicidio. I cugini Centonze sono, a loro volta, cugini del capomafia ergastolano Natale Bonafede.
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