Al via i lavori per la realizzazione della discarica nella contrada Borranea nel comune di Trapani. I lavori costituiscono il primo lotto del progetto complessivo per la realizzazione della Piattaforma tecnologica per il trattamento e la valorizzazione dei rifiuti.
Il dipartimento dell’Acqua e dei rifiuti della Regione Siciliana ha appaltato i lavori, tramite l’Urega di Trapani, su progetto esecutivo redatto in house a seguito di una convenzione stipulata tra le due società per la regolamentazione del servizio di gestione (Srr) di Trapani: Nord e Sud. L’impianto sorgerà vicino alla discarica già attiva, gestita dalla Trapani Servizi.
“La provincia di Trapani potrebbe raggiungere l’autosufficienza di bacino nella gestione dei rifiuti. Significherebbe dire addio ai trasferimenti in altre province, garantendo una riduzione dei costi, un servizio più efficiente e un minore impatto ambientale”, afferma l’assessore regionale all’Energia e ai servizi di pubblica utilità, Daniela Baglieri.
L’importo complessivo del progetto relativo al “Lotto 1 – Discarica per rifiuti non pericolosi” è di circa 13 milioni di euro: quasi 10 milioni per i lavori e 3 milioni e 500 mila euro per somme a disposizione dell’Amministrazione. Il termine dei lavori è previsto per il 12 marzo 2023.
Intanto, sospetti attorno alla reale volontà politica di vedere realizzato nel Trapanese l’impianto di compostaggio per lo smaltimento dei rifiuti organici. A lanciarlo è l’assessore all’Ambiente di Calatafimi, Massimo Fundarò, dopo quanto emerso nelle ultime ore, e cioè che il progetto potrebbe essere a rischio perché mancano altri 4 milioni di euro per il suo completamento. Soldi che oltretutto devono essere impegnati al più presto perché il entro il 31 dicembre si deve chiudere la programmazione dei fondi Poa Fsc 2014-2020 da cui si sono attinti i primi 14 milioni per questo stesso progetto. In caso non si riuscissero a trovare questi altri 4 milioni andrebbero in fumo anche i restanti 14 già stanziati.
“Questo impianto pubblico di compostaggio aerobico per il trattamento dei rifiuti organici ha una lunga storia – afferma Fundarò -. È sempre stato visto con fastidio dai governi regionali degli ultimi 10 anni che hanno fatto di tutto per farlo saltare. Rappresenta una alternativa reale e concreta a tutti i progetti dei privati che sono stati presentati nel nostro territorio. Il più famoso, il gassificatore di Gallitello, da cui è scaturito lo scandalo Arata-Nicastri, contro il quale io ed il comitato che si è costituito ci siamo battuti fino in fondo”.
Il progetto dell’impianto di compostaggio pubblico riprese vigore nella scorsa legislatura grazie all’appoggio dell’allora assessore regionale all’Energia Alberto Pierobon. In questo modo si è riusciti a farlo inserire, nuovamente, nella programmazione regionale dopo che il suo finanziamento era stato escluso. La sua realizzazione, secondo le stime progettuali, non solo comporterebbe un taglio netto dei costi per l’organico, da 250 ad 80 euro a tonnellata con benefici notevoli per i bilanci dei comuni e le tasche dei cittadini, ma anche una alternativa efficace e rapida alla strategia degli inceneritori.
Ieri i sindaci hanno scritto al governo regionale chiedendo l’immediato stanziamento dei 4 milioni necessari: “Come si evince dalla lettera – precisa Fundarò – il mancato finanziamento dei 4 milioni di euro necessari per il completamento del progetto comporterebbe la perdita dei 14 milioni già stanziati. I soldi ci sono, sono stati individuati, manca solo il provvedimento di giunta che chiuderebbe la vicenda”.