L’ordine dei medici chirurghi e odontoiatri della provincia di Trapani, dopo l’arresto del dottore Alfonso Tumbarello, considerato un favoreggiatore del boss Matteo Messina Denaro, (è accusato di concorso esterno in associazione mafiosa e falso ideologico) lo ha sospeso “ope legis, fino a quando perdurerà la misura cautelare”. L’Ordine darà corso ad un procedimento disciplinare.
“Massima fiducia nella magistratura”
“Rimaniamo in attesa – ha affermato il presidente dell’ordine Vito Barraco – di conoscere l’esito della vicenda giudiziaria, confidando nell’accurato e delicato lavoro della Magistratura e su cui riponiamo massima fiducia”.
“Necessaria giusta cautela”
“Già nelle settimane scorse – precisa ulteriormente il presidente dell’Ordine dei Medici di Trapani – avevamo audito i due medici indagati, Tumbarello e Zerilli, malgrado non abbiamo mai ricevuto ufficiale comunicazione da parte degli organi inquirenti e giudicanti. E’ di tutta evidenza, comunque, che il provvedimento adottato nei confronti del dottor Tumbarello necessita, da parte dell’Ordine dei Medici, della giusta cautela fino a quando le risultanze investigative e giudiziarie non saranno meglio definite ed inquadrate”.
“Trasparenza del dottor Zerilli”
“Per quanto riguarda il dottor Filippo Zerilli, del quale apprezziamo la trasparenza che si evince dalla nota stampa diffusa dallo stesso in autonomia – continua Barraco – questo Ordine ha preso atto delle spiegazioni fornite in fase di audizione e, anche in questo caso non avendo ricevuto né solleciti né dispositivi ufficiali da parte degli organi inquirenti, non può che attenersi a quelle regole di deontologia e rispetto etico proprie del “Giuramento di Ippocrate” a cui ogni medico fa riferimento svolgendo la sua professione”.
Domani l’interrogatorio di garanzia
Intanto è stato fissato per domani alle 11, nel carcere palermitano Pagliarelli, l’interrogatorio di garanzia del medico del boss Matteo Messina Denaro, Alfonso Tumbarello, arrestato ieri con le accuse di concorso esterno in associazione mafiosa e falso ideologico e di Andrea Bonafede, cugino e omonimo del geometra di Campobello che ha prestato l’identità al padrino, finito in cella con le accuse di favoreggiamento e procurata inosservanza della pena aggravati.
Il medico ha avuto in cura il boss per due anni
Tumbarello, per due anni, ha avuto in cura il boss al quale ha prescritto oltre cento tra farmaci, analisi e terapie intestandole falsamente al geometra Bonafede, suo assistito che godeva di ottima salute, pur sapendo che il suo paziente era in realtà il capomafia ricercato.
Per i pm Bonafede factotum
Bonafede invece sarebbe stato il factotum del padrino: secondo i pm gli avrebbe fatto avere le ricette di Tumbarello e avrebbe preso in consegna e dato al dottore la documentazione sanitaria che Messina Denaro riceveva durante le terapie.
Chi ha coordinato l’indagine
L’indagine che ha portato all’arresto dei due è stata coordinata dal procuratore di Palermo Maurizio de Lucia, dall’aggiunto Paolo Guido e dai pm Piero Padova e Gianluca De Lei.
Il medico Stallone: “Lavoravo in orari diversi da Tumbarello”
“Da mesi ho cercato un locale in affitto per aprire il mio ambulatorio e, intanto, mesi addietro, ho iniziato la mia attività nello studio del dottor Tumbarello, quasi in pensione, che mi ha gentilmente ospitato. Abbiamo solamente condiviso i locali, ma io ho lavorato in orari diversi dai suoi. Quando è stato arrestato Matteo Messina Denaro e sono venuti i carabinieri nell’ambulatorio, ho trovato un nuovo locale in via Vittorio Emanuele II e mi sono subito trasferito”. Lo dice Gianfranco Stallone, giovane medico di base a Campobello di Mazara che, per alcuni mesi, ha condiviso l’ambulatorio con Alfonso Tumbarello, il medico arrestato ieri perché ha prescritto le ricette mediche al boss Matteo Messina Denaro sotto il falso nome di Andrea Bonafede. “Io con tutto ciò che è successo non c’entro nulla – chiarisce – e sono felice che lo Stato abbia arrestato Matteo Messina Denaro”. Nel suo studio Stallone ha la foto dei giudici Falcone e Borsellino: “Io sono nato nel 1992 e ho sempre creduto nelle istituzioni, vivendo con passione i momenti del dopo stragi – dice il medico – ho sempre sperato che in questi 30 anni lo Stato lo avrebbe arrestato. La sua cattura rappresenta una bella pagina di storia nella lotta alla mafia”.
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