La chiave di un’Alfa Romeo 164 ritrovata nel borsello del boss Messina Denaro: è stato questo l’input che ha consentito ai carabinieri e ai magistrati di risalire all’ultima abitazione del boss a Campobello di Mazara, perquisita questa notte.
Utilizzato un sistema di intelligenza artificiale
Gli inquirenti, attraverso il codice della chiave, sono risaliti al veicolo e grazie a un sistema di intelligenza artificiale hanno ricostruito, con tanto di immagini, gli spostamenti dell’Alfa.
Il boss entrava e usciva dall’abitazione anche con le borse della spesa
Tra le riprese c’era anche quella del boss che entrava e usciva dall’abitazione di Campobello con le borse della spesa: circostanza che ha portato i magistrati al covo.
Vestiti di lusso e pillole per il sesso nel covo
Sneakers griffate, vestiti di lusso, un frigorifero pieno di cibo, ricevute di ristoranti, pillole per potenziare le prestazioni sessuali, profilattici sono alcune delle cose trovate nella casa usata dal boss Messina Denaro e scoperta dai carabinieri nella notte nel centro di Campobello di Mazara.
Potrebbe esserci un secondo immobile con il cosiddetto tesoro del boss
L’abitazione risultava intestata ad Andrea Bonafede, il geometra che avrebbe prestato la sua identità al padrino e che ora è indagato. Al momento non risulta che nell’immobile vi fossero documenti particolari tanto che gli inquirenti sospettano che possa esserci un secondo immobile in cui cercare il cosiddetto tesoro di Messina Denaro.
Nessuna arma
Non sono state trovate armi nel “covo” di Matteo Messina Denaro. Si tratta di una abitazione in una palazzina a cui gli investigatori – coordinati dal procuratore di Palermo, Maurizio de Lucia e dall’aggiunto Paolo Guido – sono arrivati ieri a tarda sera.
Investigatori in cerca dei documenti
Gli investigatori cercano elementi sui documenti ‘segreti’ di cosa nostra e elementi per individuare la rete di fiancheggiatori e favoreggiatori di Matteo Messina Denaro, ricercato da 30 anni e arrestato ieri mattina a Palermo. La procura della repubblica di Palermo ha posto i sigilli sull’appartamento di via Cb31, nel paese vicino a Castelvetrano. Sul posto gli investigatori del Ros. Quelli del Ris di Messina effettueranno i rilievi scientifici.
Le parole del generale Angelosanto
“Siamo arrivati in tarda serata a Campobello di Mazara che era sulla diretta influenza di Messina Denaro e lì abbiamo individuato l’abitazione. La Procura della Repubblica di Palermo è intervenuta e ha posto i sigilli. Adesso si attendono i rilievi scientifici affidati ai nostri Ris di Messina”. Così il generale Pasquale Angelosanto, comandante del Ros dei Carabinieri spiega a Sky Tg24 come si è arrivati a individuare dove negli ultimi tempi si nascondeva il boss di cosa nostra. “Noi riteniamo che si tratti di un’abitazione utilizzata con continuità nell’ultimo periodo e al suo interno confidiamo di trovare elementi significativi sulla rete di protezione del latitante. Faremo dei repertamenti biologici per scoprire se era abitata da più persone”.
Il latitante viveva alla luce del sole
Cono o nascondiglio per modo di dire, visto che il latitante, che si faceva chiamare Andrea Bonafede, a Campobello avrebbe vissuto alla luce del sole. Come è potuto accadere? Questa la domanda che tutti si pongono. Possibile che nessuno abbia riconosciuto Messina Denaro? Possibile che nessuno abbia mai parlato? Fatto sta che quell’uomo, che i vicini di casa reputano come una “persona gentile”, era l’uomo più ricercato d’Italia e che è stato catturato solo a Palermo mentre andava a curarsi dal cancro.
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