Starebbe parlando con i pm Andrea Bonafede, l’uomo che ha “prestato” l’identità al boss Matteo Messina Denaro.
Con i magistrati avrebbe fatto mezze ammissioni dicendo di conoscere il capomafia fin da ragazzo e di essersi prestato a comprare, con i soldi del padrino, la casa in cui questi ha passato l’ultimo anno.
L’immobile, in pieno centro abitato, a Campobello di Mazara, risulta intestata infatti a Bonafede. Il geometra risulta indagato per associazione mafiosa.
Alfonso Tumbarello, 70 anni, il medico che aveva in cura Andrea Bonafede, alias Matteo Messina Denaro, è indagato nell’ambito dell’arresto del super latitante. Tumbarello è di Campobello di Mazara ed è stato per decenni medico di base in paese, sino a dicembre scorso, quando è andato in pensione.
Tumbarello sino a qualche mese fa è stato medico del vero Andrea Bonafede, 59 anni, residente a Campobello di Mazara e avrebbe prescritto le ricette mediche a nome dell’assistito. Ieri i carabinieri hanno perquisito le abitazioni di Campobello, di Tre Fontane e l’ex studio del medico che è stato anche interrogato.
“Oggi qui manca la città, perché alla fine i cittadini scelgono di percorrere la strada della non ribellione, scelgono di mettere la testa sotto la sabbia». L’ha detto il sindaco di Campobello di Mazara Giuseppe Castiglione intervenendo al flash mob che si è tenuto stamattina presso l’istituto scolastico ‘Luigi Pirandello. La scuola si trova a poco meno di 1 chilometro dal covo utilizzato da Matteo Messina Denaro.
“Abbiamo gioito ieri per la notizia dell’arresto; stamattina, invece, stiamo vivendo un momento di sconforto nel sapere che, a pochi passi da qui, c’era il covo di Matteo Messina Denaro” ha concluso il sindaco davanti agli studenti. “La nostra arma è quella dell’educare le nuove generazioni. E l’impegno è in questa direzione”, ha detto Giulia Flavio, dirigente scolastico.
“L’arresto di Matteo Messina Denaro è un risultato importante per magistrati e forze dell’ordine ma anche di grande soddisfazione per quanti lottano ogni giorno per la legalità. Trent’anni di latitanza sono stati anche 30 anni di crescente impegno civico di tanti uomini e donne che hanno respinto la logica della violenza, della prevaricazione. È l’occasione per ricordarci che occorre un impegno educativo, perché la mafia si combatte anche nel far crescere nuove generazioni a testa alta”. Lo dice monsignor Angelo Giurdanella, Vescovo della Diocesi di Mazara del Vallo che comprende anche i Comuni di Castelvetrano e Campobello di Mazara. E monsignor Giurdanella aggiunge: “Bisogna alimentare quell’humus necessario contro ogni forma di criminalità, corruzione, per ridare speranza nel partorire virtù civiche, impegno nella legalità e solidarietà che servono non solo per arginare ma per creare una radicale alternativa al sistema mafioso. Al posto dei “padrini” dobbiamo mettere il Padre che ci fa crescere nella dignità e nella responsabilità di fratelli”.
Già poche ore dopo l’arresto la Procura di Palermo ha chiesto l’applicazione del regime di carcere duro per il capomafia di Castelvetrano Matteo Messina Denaro. L’istanza è stata inviata al ministero della Giustizia. Il provvedimento dei pm porta la firma del procuratore Maurizio de Lucia e dell’aggiunto Paolo Guido. Il boss ha nominato come sua legale la nipote Lorenza Guttadauro, nipote anche del capomafia palermitano Giuseppe Guttadauro.
Il procuratore nazionale antimafia Giovanni Melillo è a Palermo per incontrare i magistrati che hanno arrestato il boss Matteo Messina Denaro. Dopo una breve riunione con il procuratore di Palermo Maurizio de Lucia avrà un incontro con i magistrati della Dda del capoluogo.