“Il progetto desta preoccupazione poiché dal canto nostro non sappiamo quali conseguenze l’impianto potrebbe portare a due settori fondamentali per l’occupazione nel settore quali quello della pesca, dell’ittiturismo e del turismo”. Lo dicono i segretari generali di Flai Cgil, Fai Cisl e Uila Uil Trapani Giovanni Di Dia, Franco Nuccio e Tommaso Macaddino. L’opera prevede la realizzazione di un parco eolico con ben 190 pale, in grado di generare energia complessiva per a circa 2,8 GW, ossia pari al fabbisogno energetico di 3,4 milioni di famiglie. L’opera ricadrebbe all’interno di un’area protetta.
I dubbi sul mega progetto
I sindacati comunque si dicono preoccupati dal progetto della mega opera. “Lo scorso anno – aggiungono – c’è stato un primo incontro al quale hanno partecipato i sindacati, i sindaci dei comuni rivieraschi e i rappresentanti di varie associazioni di categoria, in occasione del quale abbiamo già espresso i nostri dubbi sul progetto. Oggi, alla luce dei nuovi passi avanti dell’iter progettuale, abbiamo bisogno di comprendere dettagliatamente se il progetto possa rappresentare un pericolo concreto per l’occupazione in settori tanto nevralgici per la nostra economia, che insieme danno lavoro a migliaia di persone considerando anche l’indotto”.
Le sigle sindacali chiedono certezze
“La società progettatrice Renexia negli scorsi giorni ha rassicurato circa l’ecosostenibilità del parco eolico, ma nulla è stato detto di esaustivo sull’impatto per i settori lavorativi che ne potrebbero essere coinvolti. Abbiamo bisogno di certezze e di conoscere le previsioni non solo a breve ma anche nel medio e lungo termine. Chiediamo pertanto – concludono Di Dia, Nuccio e Macaddino – che la Regione Sicilia ci coinvolga nella discussione e nel confronto”.
Il progetto
Il progetto andrebbe realizzato nei pressi dell’area marina protetta delle Egadi, una zona delicata per i suoi ecosistemi e per le sue bellezze naturali. Sono tanti i dubbi sul parco eolico, soprattutto da parte dei comuni del Trapanese. Se, da un canto, l’opera potrebbe portare a 8 miliardi d’investimento e alla creazione di centinaia di posti di lavoro, da un altro canto però, secondo quanto circola, l’energia prodotta nemmeno servirebbe all’Isola ma verrebbe esportata altrove. Oltre a 9 miliardi d’investimento, un potenza installata di 2.793 MW, 190 turbine ognuna da 14,7 MW, 17.500 occupati di cui 6.000 in Sicilia nella fase di realizzazione e 1.500 di cui 700 in Sicilia per la durata della gestione, ci sarebbe di positivo, secondo il sindacato che questa nuova capacità di produrre energia elettrica da fonti rinnovabile si sommerebbe a quella a oggi generata in Sicilia dall’eolico per 1.871,618 MW, dal solare per 678 MW e 150 MW dall’idroelettrico ad asta fluente. La Sicilia quindi avrebbe una capacità produttiva da fonti rinnovabili complessivamente pari a 5.492,618 MW, che è di gran lunga superiore ai 3.200 MW necessari per soddisfare il fabbisogno alla punta che si è registrato in Sicilia nelle ore invernali di massima richiesta di energia elettrica.
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