Si suicida l’ex primario di radiologia dell’ospedale di Mazara del Vallo. Si tratta di Roberto Caravaglios, 60 anni, in servizio all’“Abele Ajello”. L’uomo era stato condannato nello scorso mese di dicembre per violenze sessuali su alcune pazienti. Pare che non ci siano dubbi sulle cause della morte. Le forze dell’ordine sono intervenute dopo la segnalazione del rinvenimento del cadavere. E’ ipotizzabile che l’onta dei suoi guai possa avere travolto il professionista sul piano emotivo. Il primario si suicida forse proprio per questa situazione terribile che stava affrontando.
Il referto del medico legale
Il medico legale dall’ispezione cadaverica ha confermato la compatibilità del decesso del 60enne con il suicidio. Ecco perché la procura ha restituito il corpo ai familiari non disponendo alcuna autopsia. I funerali si svolgeranno oggi alle 15 al santuario della Madonna del Paradiso.
I suoi guai giudiziari
Caravaglios venne condannato nel dicembre scorso a quattro anni e 4 mesi di carcere dal gup del tribunale di Marsala Annalisa Amato. Lo stesso giudice ha inflitto inoltre cinque anni d’interdizione dai pubblici uffici e uno dalla professione medica. Il medico scelse il rito abbreviato che prevede lo sconto di un terzo sulla pena prevista dalla legge. Per lui il pm aveva chiesto 5 anni e 8 mesi con l’accusa di aver commesso gli abusi su tre donne. Secondo i fatti le tre presunte vittime, tra marzo 2016 e giugno 2020, si erano recate all’ospedale di Mazara del Vallo per alcuni accertamenti diagnostici. L’indagine, svolta dalla Squadra mobile di Trapani, è scattata a seguito della denuncia presentata da una delle tre vittime.
Condannato anche a un risarcimento
L’Asp di Trapani è “responsabile civile”. Le tre donne, costituitesi parte civile, erano già state ascoltate in “incidente probatorio” dal giudice per le indagini preliminari. Alle tre parti civili, rappresentate dagli avvocati Giacomo Frazzitta, Marilena Messina e Sebastiano Genna, il primario dovrà pagare 8 mila euro di risarcimento danni, più le spese legali.
Commenta con Facebook