La questione del gasdotto di Mazara del Vallo senza più una vigilanza militare finisce sul tavolo del ministro dell’Interno. Dopo l’allarme lanciato nei giorni scorsi dal sindaco mazarese Salvatore Quinci, adesso la questione viene presa di petto dal senatore trapanese Maurizio Santangelo. L’esponente di Palazzo madama ha deciso di presentare un’interrogazione con cui si chiede l’immediata riattivazione della vigilanza militare che da qualche tempo non esiste più. Infatti dall’1 ottobre scorso la società che gestisce il metanodotto ha interrotto il servizio privato di vigilanza armata h24 sostituendolo con un servizio di portierato attivo dal lunedì al venerdì, dalle ore 7,30 alle 18.
Con i venti di guerra in Ucraina il gasdotto di Mazara del Vallo potrebbe rappresentare un pericolosissimo obiettivo. E’ qui che arriva all’incirca il 30% del gas consumato in tutta Italia. La Russia detiene la stragrande maggioranza di produzione di gas e se i rapporti dovessero ulteriormente incrinarsi con l’Ue le conseguenze potrebbe essere inaspettate, sul piano di potenziali attacchi militari. Ecco perché il gasdotto siciliano è uno degli obiettivi sensibili e, ad oggi, non ha alcuna sorveglianza di forze armate.
“Alla luce della grave escalation militare – afferma il senatore – la preoccupazione della cittadinanza di fronte a un’area che ha rapidamente acquisito natura di sito sensibile e di interesse nazionale è più che fondata. Presso la centrale mazarese, infatti, arriva circa il 30% del gas consumato in tutta Italia, percentuale che potrebbe anche essere incrementata a seguito della probabile riduzione della dipendenza energetica dai territori russi. Le richieste di incontro formulate alla società gestore dell’impianto dalla ‘Sicilia Police’, che finora si era occupata del servizio di vigilanza armata h24 e dalle rappresentanze sindacali trapanesi, finalizzate alla condivisione di possibili soluzioni idonee a tutelare la sicurezza del metanodotto e ad assicurare il mantenimento dei livelli occupazionali presso lo stesso, ad oggi sono rimaste inascoltate”.
Insieme alla deputata del Movimento 5 Stelle, Vita Martinciglio, è stato deciso di presentare sia alla Camera che al Senato un atto ispettivo nel quale si chiede al ministro che sia garantita la sicurezza del metanodotto mazarese, anche facendo ricorso all’impiego di forze dell’ordine.
Il gasdotto realizza l’attraversamento sottomarino del Canale di Sicilia, da Cap Bon a Mazara del Vallo. Tale tratto si trova nella sua parte iniziale nel mare territoriale tunisino e nella sua parte finale nel mare territoriale italiano. È composto da tre linee di 155 chilometri di lunghezza ciascuna, posate agli inizi degli anni Ottanta, e da due linee di 156 chilometri di lunghezza ciascuna, posate nel 1994. La parte ricadente nel mare territoriale italiano ammonta complessivamente a 132,5 chilometri. Trasporta qualcosa come una trentina di miliardi di metri cubi di gas.