Mafia, pizzo, formazione professionale e lavori pubblici. Un contesto inquietante quello ricostruito da una indagine di Finanza e Dia.
Pizzo alla famiglia sui contributi illeciti
Un pizzo del 2% sui contributi pubblici non dovuti. Un imprenditore del settore delle opere pubbliche ma anche della Formazione professionale sarebbe stato, in realtà un uomo della mafia e avrebbe ottenuto contributi illeciti e gestito formazione professionale, Sui contributi ottenuti senza diritto, inoltre, avrebbe riconosciuto a Cosa Nostra una percentuale del 2%.
Operazione della Dia e della Guardia di Finanza
La Direzione Investigativa Antimafia ed il Nucleo PEF della Guardia di Finanza di Trapani hanno dato esecuzione ad un decreto di sequestro beni anticipato emesso dalla Sezione Misure di Prevenzione del Tribunale nei confronti di un imprenditore operante nel settore degli appalti pubblici e della formazione professionale.
Chi è l’imprenditore ed ex vice sindaco di Alcamo
Il sequestro beni della Dia di Trapani e dei finanzieri del nucleo Pef della Guardia di finanza è scattato nei confronti dell’imprenditore Pasquale Perricone, 66 anni, ex vicesindaco di Alcamo, recentemente finito in un inchiesta per corruzione nell’ambito della formazione professionale
Il contesto descritto dalle indagini
Parlano i pentiti e confermano i risultati delle indagini di dia e Finanza. Così il Tribunale ha ritenuto sussistere i presupposti per un giudizio di pericolosità sociale perché l’imprenditore, inserito nel settore del lavori pubblici e della formazione professionale e destinatario di denaro pubblico viene considerato indiziato di appartenere all’associazione di tipo mafioso e dunque indagato per il reato previsto dall’articolo 416 bis del codice penale.
Il quadro accusatorio
“L’ampio ed eterogeneo contesto indiziario – scrivono gli investigatori – ha consentito di riconoscere l’imprenditore come organizzatore e gestore di una vera e propria organizzazione che aveva come scopo il conseguimento di illeciti profitti derivanti da finanziamenti pubblici previsti in favore della formazione professionale e da pubbliche erogazioni ottenute grazie alla commissione di truffe e di illecite distrazioni patrimoniali poste in essere con la rete di società da lui gestite.
La ricostruzione delle aggiudicazioni pubbliche
In particolare, in sede investigativa erano state ricostruite alcune aggiudicazioni pubbliche a seguito delle quali doveva essere versata alla famiglia mafiosa di riferimento una percentuale fissa del 2 % rispetto al prezzo corrisposto dall’ente pubblico. Per tali ipotesi di reato il proposto nel maggio del 2016 veniva tratto in arresto e successivamente rinviato a giudizio.
I beni sequestrati
In totale sono stati sequestrati beni per 2,5 mln: sei aziende operanti nel settore della formazione professionale, edile e del commercio; il 50% delle quote di una società immobiliare; 4 immobili e 6 rapporti finanziari.
Commenta con Facebook