I carabinieri della stazione di Paceco hanno arrestato, Michele Alcamo, di 50 anni per scambio elettorale politico mafioso. Il provvedimento è stato emesso dall’ufficio esecuzioni penali di Palermo. L’uomo, coinvolto nell’operazione Scrigno condotta dai carabinieri del nucleo investigativo di Trapani e coordinata dalla Dda di Palermo, diretta da Maurizio de Lucia, è stato condannato a 3 anni di reclusione con interdizione dai pubblici uffici per 5 anni e deve ancora scontare 11 mesi in carcere.
Con l’operazione Scrigno i militari avevano eseguito nel mandamento mafioso di Trapani 25 misure cautelari. Gli indagati erano accusati, a vario titolo, di associazione mafiosa, scambio elettorale politico mafioso, trasferimento fraudolento di valori, estorsione, danneggiamento e altro.
Gli investigatori hanno fatto luce sui rapporti tra mafia e politica in provincia, documentando il ruolo dei mafiosi per le elezioni regionali dell’autunno del 2017, finalizzata al procacciamento di voti in favore dei candidati sponsorizzati, attraverso l’attivazione della rete di contatti del circuito mafioso e l’acquisto di voti a seguito di accordi illeciti.
I carabinieri di Trapani hanno arrestato in Romania, qualche settimana fa, Iacob Stelica , 34 anni, romeno, accusato di associazione mafiosa, tentativo di estorsione e danneggiamento seguito da incendio, entrambi con l’aggravante del metodo mafioso e al fine di agevolare l’associazione di stampo mafioso, in esecuzione del mandato d’arresto europeo emesso dal gip di Palermo su richiesta della Dda Distrettuale Antimafia.
Stelica si era reso irreperibile sfuggendo all’arresto lo scorso 5 marzo durante l’operazione antimafia denominata “Scrigno” condotta dai carabinieri con 25 ordini di custodia cautelare per 25 persone accusate, a vario titolo, di associazione mafiosa, scambio elettorale politico mafioso, estorsione, danneggiamento seguito da incendio e altro, tutti reati aggravati dal metodo mafioso.
Tale operazione ha permesso di disarticolare – dicono i carabinieri – il mandamento mafioso di Trapani retto dai fratelli Francesco e Pietro Virga, figli del boss ergastolano Vincenzo per i quali, pochi giorni fa, è stato disposto il regime carcerario del 41 bis, e di colpire le famiglie di Paceco, Marsala e, per la prima volta, un’articolazione operativa di Cosa Nostra sull’isola Favignana.