Paolo Ruggirello è cresciuto all’ombra del padre, il ragioniere di contrada Guarrato che negli anni ’60 e ’70 fu protagonista di una sorprendente scalata imprenditoriale: diventò monopolista degli appalti per le strade della provincia, proprietario della Banca Industriale e patron del Trapani calcio.
Nel 1995, Ruggirello senior muore all’improvviso e gli affari di famiglia vengono presi in mano dalla figlia Bice, Paolo si lancia invece in politica.
Inizialmente, al fianco del socialista Bartolo Pellegrino, l’assessore della giunta di Totò Cuffaro costretto alle dimissioni perché intercettato mentre parlava con un mafioso degli “sbirri”. Subito dopo, Ruggirello prende il volo nella politica siciliana, diventando presto uno dei ras del voto.
Negli ultimi tredici anni è passato dal movimento autonomista di Raffaele Lombardo alla lista di centrodestra guidata da Nello Musumeci.
Tre legislature da deputato regionale. Nel 2015, Ruggirello ha fatto il suo ingresso nel Partito Democratico, col sostegno del luogotenente di Matteo Renzi in Sicilia, il sottosegretario Davide Faraone. Le polemiche furono tante, soprattutto perché la proposta più importante di Ruggirello prima di entrare nel Pd aveva riguardato una maxi sanatoria sulle coste siciliane.
Nel marzo scorso, la corsa al Senato va a vuoto. Il segnale che Paolo Ruggirello era ormai diventato ingombrante per il Pd.
E gli è stata bloccata anche la strada verso le cariche nazionali del partito. Ma lui continuava a tessere la sua trama di alleanze, anche verso altri gruppi, probabilmente in vista di un nuovo cambio di casacca.
“I voti venivano raccolti a prescindere dall’ideologia. L’appoggio elettorale è stato offerto nei confronti di candidati in schieramenti anche diversi per raggiungere il loro scopo principale e assicurarsi la loro presenza sul territorio attraverso esponenti politici che li rappresentassero”.
Lo dichiara il procuratore della Repubblica di Palermo, Francesco Lo Voi, nella conferenza stampa dell’operazione antimafia “Scrigno”, che ha azzerato la mafia trapanese portando all’arresto 25 persone.
“Paolo Ruggirello è accusato di partecipazione all’associazione mafiosa – prosegue ancora Lo Voi -, in quanto ritenuto il vero e proprio referente politico dei clan.
Aiutato nel suo percorso fin dal 2008 quando i suoi interlocutori gli rappresentavano la loro vicinanza con noti boss mafiosi come Nunzio Spezia, Francesco e Matteo Messina Denaro, in cambio di posti di lavoro e altri favori.
Ottiene aiuti per favori personali, anche di natura sentimentale. Avrebbe rappresentato il ponte fra la mafia e le istituzioni, compreso il pagamento di somme di denaro per avere sostegno nelle elezioni regionali del 2017″.
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