Si rinnova anche quest’anno l’impegno civile e sociale delle Orestiadi, che è sempre stato, e lo è ancora oggi, un’importante matrice del percorso artistico del Festival, e che oggi continua anche in scena, attraverso “Mafia: singolare femminile” (domenica 18 luglio ore 21.00) con la regia di Enrico Stassi e (lunedì 19 luglio ore 21.00) con “Sono Emanuela Loi”, regia di Alessio Piazza, per ricordare Paolo Borsellino e gli agenti di scorta che hanno perso la vita il 19 luglio 1992. Fuori rassegna, ad ingresso libero con prenotazione obbligatoria.
Liberamente tratta dal libro “Nostro Onore” di Marzia Sabella, “Mafia: Singolare Femminile” è un’opera teatrale scritta dalla drammaturga Cetta Brancato e dal magistrato Marzia Sabella (Produzione Fontarò – Circolo ARCI di Palermo). Il testo dello spettacolo, pubblicato a ottobre scorso da Navarra Editore, con la prefazione di Rosy Bindi, si compone di otto monologhi di donne, personaggi che escono dalle carte processuali e incarnano gli aspetti femminili di un mondo funesto in cui la donna compie la propria condizione, sempre in rapporto con il lutto e il dolore, dove non è escluso in taluni casi un forte accento comico che sottolinea maggiormente – e per contrasto – la tragicità delle esistenze.
La messa in scena è affidata a tre attrici che si dividono l’interpretazione delle otto donne, e una quarta attrice veste i panni di una Prefica (Stefania Blandeburgo, Maria Teresa Coraci, Giuditta Perriera, Francesca Picciurro). Assumendo quasi le funzioni di un coro greco o di una Cassandra, la Prefica interviene in maniera visionaria e inquietante tra un monologo e un altro, commenta o predice, segna il passo dell’evolversi del repertorio tragico (talora tragicomico) che fa della scena un teatro-inferno, i cui interpreti sono condannati senza redenzione a recitare sempre lo stesso copione di ciò che è stata la propria vita. Un contemporaneo inferno di Sicilia, dunque, in cui le voci si sovrappongono in un rito violento e inesorabile. Senza salvezza, senza perdono, senza genesi, la figura femminile, nell’ergersi all’interno del fenomeno mafioso, perde inesorabilmente ogni qualità dell’anima, alimentando sterilità e dolore.
Lunedì 19 luglio un appuntamento, fuori rassegna, promosso dalla Fondazione Orestiadi, nella drammatica ricorrenza della strage di via D’Amelio in cui persero la vita il giudice Paolo Borsellino e i cinque agenti della scorta Agostino Catalano, Emanuela Loi , Vincenzo Li Muli, Walter Eddie Cosina e Claudio Traina. “SONO EMANUELA LOI” di Eleonora Lo Curto, con Anna Clara Giampino e la regia di Alessio Piazza.
Un emozionante reading teatrale che dà voce ad Emanuela Loi, agente di Polizia Italiana, scorta di Paolo Borsellino morta nella strage di via D’Amelio. Fu la prima agente donna a rimanere uccisa in servizio. Il lavoro nasce dal desiderio di raccontare l’esperienza dell’orrore della strage di via D’Amelio fuori dai riti formali e dalle narrazioni giornalistiche. A parlare è Emanuela Loi, l’unica agente donna della scorta, i cui sogni finiscono in pezzi quel pomeriggio di mezza estate. Le parole di Emanuela sono cariche di verità e di brutale realismo ma la forza della speranza di quelle stesse parole supera anche la morte.