Nella giornata di ieri, militari del Nucleo di Polizia Tributaria della Guardia di Finanza di Palermo, presso l’Aeroporto di Roma-Fiumicino, hanno notificato a Giuseppe Vaiana, castelvetranese di 54 anni, proveniente dalla Germania e scortato da appartenenti all’Interpol, un provvedimento di custodia cautelare in carcere emesso l’11 maggio dalla Corte di Assise di Trapani.
Vaiana, in quanto destinatario del citato provvedimento di custodia cautelare in carcere, emesso su proposta della Procura della Repubblica di Marsala, era stato individuato e arrestato il 25 maggio, non lontano da Francoforte, grazie ad indagini eseguite dal G.I.C.O. di Palermo dopo la sua recente condanna all’ergastolo da parte della Corte di Assise di Trapani.
Il soggetto in questione era stato, infatti, ritenuto responsabile, insieme al fratello Michele Claudio Vaiana (già in carcere), per l’omicidio, avvenuto il 24 agosto del 1990 a Campobello di Mazara (TP), di Paolo Favara, 30 anni e di Caterina Vaiana (sorella del latitante), detta “Rina”, di 33 anni.
Giuseppe Vaina, quindi, pochi giorni dopo la sua condanna, intervenuta il 6 maggio è stato localizzato dalle Fiamme Gialle in Germania nell’ambito di altre attività investigative, e, nei suoi confronti, è stato emesso, dal Presidente della Corte di Assise di Trapani, un Mandato di Arresto Europeo che, tramite il prescritto canale di cooperazione internazionale,
è stato tempestivamente recapitato alle Autorità tedesche.
Queste ultime, interessate anche da una rogatoria internazionale inoltrata dalla Procura della Repubblica di Marsala, hanno operato con grande dinamismo e in stretta sinergia con il G.I.C.O. di Palermo, potendo ben presto circoscrivere adeguatamente l’area di localizzazione di Vaiana.
Il latitante è stato quindi catturato il 25 maggio a Ludwigshafen, mentre si trovava in un internet-cafè, intento a giocare con una slot machine.
Con la notifica del relativo provvedimento, l’esecuzione dell’ordinanza di custodia cautelare in carcere è stata quindi compiutamente definita e vaiana è ora assicurato alla Giustizia italiana, in attesa di un giudizio definitivo.
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