A Mazara del Vallo la prima proiezione pubblica del docufilm “Centootto” sui pescatori sequestrati in Libia a un anno dal sequestro in Libia di 18 pescatori mazaresi. Si tratta di “Centootto” con alcune testimonianze sulla vicenda. Prodotto da Fai Cisl e Confronti, il docufilm ha fatto tappa a Venezia e sabato 25 settembre sarà proiettato per la prima volta in pubblico proprio a Mazara del Vallo.
Il sequestro avvenne il primo settembre 2020, a 40 miglia da Bengasi, in acque internazionali, e si concluse con la liberazione dell’equipaggio dopo 108 giorni di prigionia, dopo aver tenuto con il fiato sospeso l’intera comunità mazarese, la cui storia è indissolubilmente intrecciata con il mondo della pesca. Il docufilm sbarca a Mazara dopo aver fatto tappa a Venezia, dove è stato presentato in anteprima il 10 settembre scorso durante un evento collaterale della 78ma Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica de La Biennale, nel prestigioso Spazio Incontri Venice Production Bridge dell’Hotel Excelsior, in occasione del Premio Fai Cisl “Persona Lavoro Ambiente”.
L’appuntamento per vedere “Centootto” è alle 21 per sabato 25 settembre presso il Chiostro del Collegio dei Gesuiti di Mazara del Vallo. L’ingresso è gratuito, consentito fino al raggiungimento della massima capienza e tramite esibizione del Green Pass. “Oltre al racconto di una vicenda umana terribile, come il sequestro e la prigionia dei pescatori”, spiega il Segretario Generale della Fai Cisl Onofrio Rota, ideatore del progetto, “la volontà del sindacato è quella di tenere alta l’attenzione sia sulle difficoltà che affrontano ogni giorno i lavoratori del settore che sul bisogno di un maggiore protagonismo politico ed economico nel Mediterraneo da parte del nostro Paese”. “Lavorare a questo progetto – aggiunge Claudio Paravati, direttore di Confronti e regista del docufilm insieme a Giuseppe Bellasalma e Michele Lipori – ci ha aperto un mondo di storie: personali, di famiglia, di comunità, di lavoro, il tutto inserito nel mondo del Mediterraneo, crocevia d’incontri, scontri e dialogo tra culture e popoli. Raccogliere tutto questo è stata un’avventura entusiasmante, perché vuol dire restituire al pubblico storie di donne e uomini che valeva e vale la pena ascoltare, vedere e raccontare”.