Una sentenza del giudice del lavoro di Pordenone stabilisce che spetta all’azienda sanitaria pubblica pagare la tassa di iscrizione all’Ordine degli infermieri.
Per il Nursind è una sentenza pilota che potrà presto interessare anche migliaia di infermieri siciliani. “Si stabilisce un principio di eguaglianza e dignità dell’infermiere” dice Salvo Calamia, segretario territoriale del Nursind Trapani.
Secondo il sindacato, che ha intrapreso questa battaglia da anni, “con la sentenza del tribunale di Pordenone è stato dimostrato che l’infermiere è pari a un avvocato, ha un contratto di esclusività e dunque spetta all’azienda pagare”.
Fino ad oggi infatti le sentenze degli altri tribunali erano state negative. La Cassazione però, intervenendo sulla professione forense, aveva sancito che l’iscrizione all’albo è “presupposto indefettibile per l’esercizio della professione e se sussiste il vincolo di esclusività, per cui l’ente pubblico è l’unico beneficiario della prestazione resa dal professionista, allora l’onere economico di pagare la relativa tassa deve gravare sul datore di lavoro”.
Principio che altre categorie, come gli infermieri, avevano provato a fare valere senza successo.
Adesso, in attesa delle motivazioni, la sentenza di Pordenone rappresenta per il Nursind un enorme passo avanti. “La battaglia che stiamo portando avanti – spiega Calamia – ha l’obiettivo principale di scardinare la diseguaglianza che oggi esiste tra medici e infermieri. È una battaglia di dignità”.
(foto di repertorio)