Giudizio immediato per Emanuele Bonafede e la moglie Lorena Ninfa Lanceri. La richiesta, già accolta, parte dal pool della Procura di Palermo che indaga sui fiancheggiatori di quello che sino al gennaio scorso era il superlatitante di Castelvetrano. Bonafede e Lanceri sono accusati di aver favorito questa latitanza, ospitarono più volte a casa, a pranzo e a cena, il boss. Il pool della Procura è composto dal procuratore Maurizio de Lucia, l’aggiunto Paolo Guido, i sostituti Gianluca De Leo e Piero Padova, Sono stati loro ad aver depositato la richiesta di giudizio immediato. Quindi la coppia rischia il processo senza passare dall’udienza preliminare.
Prove schiaccianti
Per i magistrati le prove raccolte sono più che sufficienti per dimostrare l’accusa di favoreggiamento aggravato dall’aver agevolato Cosa nostra. Altra accusa è quella di procurata inosservanza della pena in un processo. La richiesta della Procura, come pubblica oggi il Giornale di Sicilia, accolta dal giudice per le indagini preliminari, Antonella Consiglio. L’udienza per Bonafede e Lanceri fissata il 10 luglio a Marsala.
Le telecamere riprendono tutto
A inchiodare i due imputati le riprese di alcune telecamere all’esterno dell’abitazione della coppia in via Mare 89, a Campobello di Mazara. Emanuele Bonafede è il fratello di Andrea, il dipendente del Comune di Campobello di Mazara, arrestato con l’accusa di essere il “postino” di Matteo Messina Denaro. Quest’ultimo avrebbe recapitato le ricette mediche che servivano al boss per sottoporsi alle cure necessarie per il tumore di cui è affetto.
Entrambi in carcere
Nell’aprile scorso il tribunale del riesame di Palermo aveva rigettato l’istanza di scarcerazione presentata dai legali dei due indagati. Aveva quindi retto, davanti ai giudici, l’impianto accusatorio della Procura di Palermo. Una famiglia al servizio dell’ex latitante, dunque, secondo gli investigatori. A incastrare i coniugi tra l’altro sono state le immagini delle telecamere di sorveglianza di un negozio che li immortalano mentre controllano la strada per dare il via libera al latitante e consentirgli di lasciare la loro abitazione indisturbato. I pm hanno scoperto inoltre che Messina Denaro, padrino di cresima del figlio della coppia, ha regalato al ragazzo un Rolex da oltre 6mila euro, gesto che proverebbe l’esistenza di un rapporto storico con i due.
Commenta con Facebook