Sarà l’indagine dei carabinieri di Mazara del Vallo a chiarire l’origine dell’incendio che ha distrutto una Range Rover di proprietà di Giacomo Giacalone, uno dei 18 pescatori rimasti sequestrati per 108 giorni a Bengasi, tra settembre e dicembre dello scorso anno.
L’auto, che si trovava parcheggiata sotto casa del pescatore, è stata distrutta dalle fiamme. Giacalone ha informato i carabinieri. Non è esclusa la pista dell’autocombustione dovuta a un cortocircuito dell’impianto elettrico. Giacalone in questo periodo di festività si trova a Mazara del Vallo, dopo aver terminato una battuta di pesca.
Sulla vicenda indagano i Carabinieri, soprattutto per chiarire la natura dolosa o meno dell’incendio. La notte del rapimento, il primo Settembre scorso, il peschereccio “Anna Madre” riuscì a scappare dai libici; il comandante Giacalone, invece, no, perchè mentre il motopesca se ne andava, lui era a bordo della vedetta dei militari libici con i documenti per le procedure d’identificazione. Finì così prigioniero dei libici insieme agli altri 17 marittimi. Poi, a dicembre, la liberazione.