I Carabinieri della Compagnia di Trapani hanno denunciato un uomo di 39 anni e un altro di 64 anni, rispettivamente per furto e ricettazione di carburante.
L’indagine è partita dall’individuazione del 39enne, sorpreso a rubare gasolio da un mezzo aziendale di una ditta di Alcamo durante la notte. Le indagini hanno poi portato all’identificazione del 64enne, destinatario del carburante rubato.
A seguito di una perquisizione domiciliare nell’abitazione del 64enne, i Carabinieri hanno rinvenuto e sequestrato 1750 litri di carburante.
Sono attualmente in corso accertamenti per stabilire la provenienza del carburante sequestrato e per verificare se i due denunciati siano coinvolti in altri furti di carburante commessi nella provincia di Trapani
I finanzieri del comando provinciale di Palermo hanno sequestrato 103 bombole di Gpl per un totale di 1.345 kg. e 1.700 lt. di gasolio agricolo nel corso di due controlli, rispettivamente a Cefalù e Borgetto. Nel primo intervento in un’attività commerciale, i militari della Tenenza di Cefalù, hanno trovato un quantitativo di gas Gpl contenuto in bombole, superiore a quello previsto dalla normativa vigente. Pertanto, le fiamme gialle hanno proceduto al sequestro di 103 bombole per un totale di 1.345 chili e denunciato il titolare per detenzione di materiale esplodente e per aver omesso di adottare idonee misure per prevenire gli incendi e per tutelare l’incolumità dei lavoratori.
Nel secondo intervento, invece, i finanzieri della compagnia di Partinico in un deposito commerciale di prodotti petroliferi, hanno controllato due autocarri utilizzati per il trasporto di gasolio di tipo agricolo. In entrambi i casi i trasportatori non sono stati in grado di dichiarare la provenienza del carburante. Le fiamme gialle hanno quindi proceduto al sequestro di 1.700 litri di gasolio agricolo e denunciato i due responsabili per sottrazione all’accertamento o al pagamento delle accise.
In due distinte operazioni, la Guardia di Finanza di Caltanissetta ha colpito duramente reati finanziari, eseguendo confische per un valore complessivo di oltre 300.000 euro. Due imprenditori nisseni sono finiti nel mirino delle autorità, uno accusato di evasione fiscale legata al commercio di bestiame e l’altro di appropriazione indebita di mezzi agricoli provenienti dalla Germania. Le operazioni, coordinate con la Procura della Repubblica, dimostrano l’impegno costante delle forze dell’ordine nel contrastare le frodi fiscali e recuperare i proventi illeciti.
La Guardia di Finanza di Caltanissetta ha eseguito due confische nei confronti di due imprenditori nisseni, accusati rispettivamente di evasione fiscale e appropriazione indebita. I provvedimenti sono stati emessi dall’Autorità Giudiziaria locale a seguito di due distinti procedimenti penali. Nel primo caso, una verifica fiscale condotta su una società operante nel commercio di bestiame ha rivelato significativi indici di pericolosità fiscale. L’attività di intelligence, basata sull’incrocio dei dati provenienti dalle banche dati in uso al Corpo, ha portato alla luce l’evasione. La sentenza definitiva della Corte di Appello di Caltanissetta ha confermato che il rappresentante legale della società ha omesso il versamento di imposte dirette e IVA per un totale di circa 190.000 euro. Beni, disponibilità finanziarie e quote societarie sono state confiscate per tutelare la pretesa erariale.
Il secondo provvedimento, di circa 130.000 euro, ha coinvolto un imprenditore agricolo nisseno che si era appropriato indebitamente di due mezzi agricoli in Germania, senza pagarli, per poi utilizzarli in Italia. La confisca di disponibilità finanziarie e quote societarie, fino a concorrenza del valore dei mezzi, è stata eseguita in seguito a una sentenza definitiva dell’Autorità Giudiziaria tedesca, divenuta esecutiva in Italia.
L’operazione della Guardia di Finanza di Caltanissetta, in sinergia con la Procura della Repubblica, evidenzia l’impegno del Corpo nel contrastare le frodi fiscali, in particolare l’evasione dell’IVA. L’obiettivo è privare i responsabili di condotte illecite dei vantaggi patrimoniali ottenuti, confiscando beni di valore equivalente ai proventi dei reati.