Giuseppe Barcellona aveva prima dato una versione facendo delle prime ammissioni sulla presunta fuga di notizie che avrebbe favorito la latitanza di Matteo Messina Denaro, poi l’appuntato dei carabinieri, in servizio a Castelvetrano, cambiò idea ma ora i pm vogliono sentirlo per un incidente probatorio per mettere nero su bianco le sue dichiarazioni sul tenente colonnello della Dia di Caltanissetta Alfio Marco Zappalà, fermato con lui ad aprile scorso.
L’appuntato avrebbe assecondato la richiesta del suo superiore, di essere informato su alcune conversazioni intercettate. Ma il tenente non aveva alcun titolo per farlo. Nell’inchiesta è coinvolto anche il sindaco di Castelvetrano, Tonino Vaccarino.
Come riporta il Giornale di Sicilia, attorno alla latitanza di Messina Denaro, si dipana la storia dei due carabinieri e dell’ex politico. Intanto Barcellona, assistito dall’avvocato Gianni Caracci, dopo qualche settimana in cella, ebbe i domiciliari e dal 22 luglio è libero, mentre Zappalà (avvocato Claudio Gallina Montana) è ancora agli arresti in casa. L’ufficiale – secondo la ricostruzione dei pm avrebbe consegnato a Vaccarino il testo di un’intercettazione tra due persone che parlavano di Messina Denaro e anche dei possibili luoghi della sua latitanza. La trascrizione era stata fatta da Barcellona, che a sua volta l’aveva inviata con WhatsApp al suo ex comandante.
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