Far ripartire il settore del marmo in Sicilia. A chiederlo a gran voce è il presidente della sezione Marmo di Sicindustria Trapani, Giovanni Castiglione, che ricorda come, in particolare nel Trapanese, “il settore del marmo, che adesso rischia di subire conseguenze disastrose in seguito al blocco delle attività, abbia sempre avuto un ruolo trainante per l’economia”.
Castiglione si sofferma quindi sulle misure di sicurezza già messe in atto dalle imprese del settore: “Prima dell’intervento del Dpcm del 22 marzo – spiega – molte delle aziende aderenti alla nostra associazione hanno messo in atto una serie di interventi per la salvaguardia della salute e la sicurezza dei lavoratori. Per conformare i propri protocolli di sicurezza ai nuovi standard stabiliti dal Governo nazionale, sono stati necessari migliaia di euro di investimenti. Dopo qualche giorno, però, in seguito all’inasprimento delle misure, le aziende sono state costrette a fermare i processi di estrazione e di trasformazione. Noi teniamo alla salute e sicurezza dei nostri collaboratori e, con loro, condividiamo ogni giorno la crescita e lo sviluppo delle nostre imprese ed è grazie a loro che siamo considerati un’eccellenza. Circa il 90% del marmo da noi estratto e trasformato viene venduto all’estero. Questo ci consente di assicurare migliaia di posti di lavoro in ambito regionale tra lavoratori diretti e dell’indotto. Ma il settore ha urgente bisogno di ripartire, anche perché le attestazioni camerali di causa forza maggiore per giustificare le mancate consegne non sono sufficienti a scongiurare l’applicazione di pesanti penali che metteranno in ginocchio anche le aziende più solide economicamente. Tutto ciò che stiamo perdendo a causa di questa chiusura non potrà essere recuperato e a poco serviranno i rinvii di pagamento delle imposte e tasse”.
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