- Denise Pipitone non fu trovata a causa di diversi depistaggi
- L’ex Pm che indagò sulla scomparsa presenta due denunce
- Maria Angioni, oggi giudice del lavoro attacca i colleghi
- Ieri la Procura di Marsala ha chiuso le indagini su di lei per false dichiarazioni
- I colleghi si preparano a chiedere il rinvio a giudizio per la dichiarazioni in tv
“Ho depositato due denunce per reati gravi, in relazione a tutto quanto avvenuto circa la mia posizione processuale”. Lo racconta il giudice Maria Angioni alla quale la Procura di Marsala ha notificato un avviso conclusioni indagini preliminari con l’ipotesi di false dichiarazioni a pubblico ministero. Il magistrato, adesso giudice del lavoro a Sassari, fu uno dei primi pm della Procura di Marsala (insieme al capo Antonino Silvio Sciuto) ad indagare sul sequestro della piccola Denise Pipitone, avvenuto a Mazara del Vallo il primo settembre 2004 e recentemente aveva parlato in tv di tentativi di depistaggio, nelle prime fasi delle indagini, che sarebbero stati attuati da esponenti delle forze dell’ordine.
L’ex Pm ascoltata come testimone
Per questo, lo scorso 3 maggio, è stata ascoltata come testimone dai colleghi della Procura di Marsala. In quell’interrogatorio, la Angioni confermò i “tentativi di depistaggio” di cui aveva parlato in tv. Ma su alcune delle circostanze riferite dall’ex pm, i colleghi marsalesi, pur indagando per alcune settimane, non hanno trovato riscontri.
Da investigatore ad indagata
Da qui è scaturita l’accusa di false dichiarazioni a pm, cui è seguita una nuova convocazione in Procura, stavolta, in veste di indagata, per l’interrogatorio dello scorso 23 giugno. Dopo l’interrogatorio, sul suo profilo Fb, la Angioni scrisse: “Dei diversi episodi di depistaggio e fastidio alle indagini di cui ho parlato in tv tra la fine di aprile 2021 e gli inizi di maggio, e che ho confermato in Procura sentita il 3.5.2021, la Procura in sostanza mi ha contestato che di due di essi mancherebbe la prova documentale”.
Ieri l’avviso di conclusione delle indagini a suo carico
La Procura di Marsala ha notificato, intanto, ieri un avviso di conclusione delle indagini, atto che solitamente precede la richiesta di rinvio a giudizio, proprio all’ex pm di Marsala.
Cosa ha spinto ad indagare sull’ex Pm
Per i magistrati che hanno riaperto il caso della piccola Denise, sparita l’1 settembre del 2004 a Mazara del Vallo, i presunti tentativi di depistaggio, le connivenze e le falle nell’indagine sulla scomparsa della bambina non hanno trovato alcun riscontro.
Quindi, l’ex Pm, oggi giudice del lavoro a Sassari, è stato iscritto nel registro degli indagati. L’ex sostituto procuratore aveva, infatti, confermato ai magistrati di Marsala le accuse lanciate in diverse trasmissioni televisive. Accuse che nemmeno nell’interrogatorio di oggi come indagata l’ex pm ha negato.
Dichiarazioni non riscontrate
Ma le circostanze riferite dall’ex pm, su cui i colleghi marsalesi hanno per settimane indagato, non hanno trovato alcun riscontro. Da qui la incriminazione per false dichiarazioni a pubblico ministero a cui è seguita una nuova convocazione in Procura, stavolta, in veste di indagata. Nel corso dell’interrogatorio seguito all’avviso di garanzia Angioni ha ribadito quanto affermato. Alla stampa, infine, l’ex pm ha rivelato di aver fatto un esposto al Csm contro i colleghi di Marsala.
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