“Da una parte tanta amarezza dall’altra lo Stato italiano ci fa sentire la presenza di nostra figlia… perlomeno con il codice fiscale che era in scadenza. Denise c’è, fino a prova contraria”. Lo affermano Piera Maggio e Pietro Pulizzi, i genitori di Denise Pipitone, la bimba rapita a Mazara del Vallo l’1 settembre 2004, mostrando il documento arrivato tramite posta della figlia.
La condanna della Angioni
Maria Angioni, ex pm che indagò sulla scomparsa di Denise Pipitone, è stata condannata a un anno di reclusione, pena sospesa, dal giudice monocratico di Marsala.
Era imputata di false informazioni al pubblico ministero. L’accusa in aula era rappresentata dal pm Roberto Piscitello.
La procura aveva chiesto due anni
Il pubblico ministero Roberto Piscitello ha chiesto la condanna a due anni di carcere dell’ex magistrato Maria Angioni, accusata di false informazioni a pubblico ministero. L’ex giudice è imputata di aver mentito ai colleghi della Procura di Marsala denunciando depistaggi e omissioni nell’inchiesta sul sequestro della bambina.
“Angioni ha mostrato assoluto spregio della Giustizia, ha ingannato il pubblico ministero ed il giudice tutte le volte in cui ha preso la parola; ha presentato confusi documenti tanto sovrabbondanti quanto irrilevanti; ha mantenuto un comportamento ostinatamente calunnioso anche dopo la commissione del reato, infangando nei media la Polizia nei Mazara del Vallo” , aveva detto Piscitello al termine della requisitoria.
“Tanto ha fatto per tenere lontana da tutti l’idea che Denise Pipitone non sia stata trovata e i colpevoli assicurati alla giustizia, per incapacità a lei attribuibili. – ha aggiunto – Circostanza questa che denota la rilevante intensità del dolo. Da magistrato ha ritenuto di potersi muovere tra cavilli ed interpretazioni, suggestionando l’interlocutore a ritenere che potesse essere incorsa in un cattivo ricordo, in quanto tale incompatibile con l’elemento soggettivo del dolo richiesto dalla norma incriminatrice”.
“Angioni era in malafede”
Durante la requisitoria il pm ha accusato l’ex magistrato: “Angioni, infatti, immediatamente dopo una prima interruzione delle intercettazioni in atto, sottoscrisse, subito, più decreti delegando tutte le operazioni allo stesso commissariato di Mazara del Vallo”, ha fatto notare Piscitello che ha sottolineato che “in un altro momento, prendendosi gioco finanche della Giustizia, Angioni ha goffamente cercato di spostare in avanti il momento in cui ha ostinatamente (e falsamente) ribadito di aver preso la decisione di sottrarre le indagini al commissariato di Mazara”. Il pm ha parlato di “malafede” dell’imputata. “Ci vorrebbe uno psicologo o uno psichiatra…e questa faceva il magistrato”, ha aggiunto.
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