E’ arrivata ad Alcamo Dalila Adragna, la ragazza che nei giorni scorsi era rimasta bloccata in un hotel della Cina e che non poteva fare ritorno a casa a causa del blocco dei voli imposto dall’emergenza coronavirus.
La ragazza è arrivata con un volo da Bangkok a Roma ieri pomeriggio, poi ha preso un treno per la Sicilia. Ad attenderla a Palermo il papà Gino Adragna, la mamma Antonella Lippo e la sorella Giorgia. Dalila Adragna. Dalila in Cina studiava cinese ed è rimasta bloccata a Chendu, città a mille chilometri da Wuhan dove è scoppiata l’epidemia. “Appena entrata in aeroporto mi hanno scattato una sorta di foto”, ha raccontato. I genitori della ragazza hanno comunicato all’azienda sanitaria provinciale il rientro della figlio. Nei giorni scorsi la madre aveva fatto appello allo Stato italiano per dare aiuto alla figlia bloccata.
Non termina, invece, l’odissea di Chiara Cravotta. La ragazza vuole tornare a Castellammare del Golfo, sua città di origine ma è bloccata a Shandong. Il padre Luigi si è messo in contatto con La Farnesina. I diplomatici hanno suggerito un volo alternativo con scalo a Mosca o a Seul. “Mia figlia stamane alle 2,30 (ieri ndr) era nell’aeroporto – racconta -. Aveva superato tutti i controlli, ma nel momento in cui stava per salire in aereo è stata fermata perché la Corea, nel frattempo, aveva imposto il visto domgresso. Chiara è rimasta a terra, delusa e adirata. Un’ impiegata dall’Air Chine le ha consigliato di acquistare un biglietto Pechino-Madrid ed è questa la strada che stiamo seguendo”,.
Una studentessa di Partinico, intanto, ieri sera ha fatto ritorno dalla Cina, dove si sta vivendo l’incubo del Coronavirus. Marika Digato ha riabbracciato i suoi familiari all’aeroporto Falcone-Borsellino e rivela: “Felice in Cina, voglio tornarci al più presto”. Come si legge sul Giornale di Sicilia, Marika Digato, 25 anni, si trovava all’università di Tongji di Shanghai per frequentare il secondo anno del corso di laurea magistrale in Relazioni Internazionali. “Siamo partiti dall’aeroporto di Pudong – ha raccontato – dove io e gli altri passeggeri in partenza siamo stati controllati con grande scrupolo. Noi e le nostre valigie disinfettate, ci è stata anche misurata la temperatura e ci è stato chiesto se avessimo qualche sintomo. Poi abbiamo fatto scalo a Istanbul e successivamente a Milano Malpensa ma qui nessun controllo. Non ci ha chiesto nulla nessuno. Speriamo che adottino delle misure di prevenzione. I nostri professori universitari italiani ci hanno dato delle indicazioni su come comportarci”».