Scatta la confisca dei beni per due imprenditori trapanesi ad opera della Dia. Si tratta di padre e figlio il cui patrimonio era già stato sottoposto a sequestro. Adesso arriva la confisca per decisione della Corte d’Appello di Palermo.

La confisca all’alba

All’alba beni per 1,3 milioni di euro sono, così, stati confiscati dalla Dia a due imprenditori, padre e figlio, operanti nel settore edilizio nell’area di Mazara del Vallo, nel Trapanese. Il provvedimento è stato emesso dalla Corte di Appello di Palermo su proposta avanzata dal direttore della Direzione investigativa antimafia nel 2016.

Contigui alla mafia

Secondo l’accusa i due imprenditori sarebbero “contigui alle consorterie mafiose trapanesi” e si sarebbero “resi responsabili di una serie di delitti in materia di intestazione fittizia di beni immobili ed aziende ed usura”. Da indagini della Dia è emerso che i due imprenditori, ritenuti “funzionali agli interessi di Cosa nostra”, abbiano “vissuto abitualmente grazie a proventi di attività delittuose”.

Immobili, veicoli e denaro contante

Il provvedimento di confisca riguarda 37 beni immobili, due compendi aziendali, sette autoveicoli e tre rapporti finanziari per un valore stimato in circa 1,3 milioni di euro.

L’ultima confisca meno di un mese fa

L’ultima confisca relativa ad altra vicenda risale a metà febbraio, meno di un mese fa. La confisca di beni per un valore complessivo di milione di euro a Pietro Cireco di Bolognetta arrestato nell’operazione Jafar e Benedetto Pipitone di Carini arrestato nell’operazione Destino è scattata a Palermo. I provvedimenti sono stati emessi dalla sezione misure di prevenzione del tribunale di Palermo.

24 ore prima sequestro di beni anche nel catanese

Il giorno precedente era toccato al Nucleo Investigativo del Comando Provinciale Carabinieri di Catania eseguire un decreto di sequestro preventivo di beni patrimoniali, finalizzato all’eventuale confisca, emesso dal Tribunale di Catania – sezione misure di prevenzione, su richiesta della procura etnea, ai danni di Salvatore Fiore, affiliato alla famiglia Santapaola-Ercolano.

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