Dopo quasi tre anni a servizio dei più poveri, e di chi si trova in condizioni di disagio, l’Osteria Sociale di Trapani ha dovuto abbassare la sua saracinesca e dire stop alle attività.
La notizia viene riportata dall’edizione odierna del Giornale di Sicilia.
Progetto voluto dall’amministrazione Damiano, l’Osteria Sociale era ospitata in un bene confiscato alla mafia in corso Piersanti Mattarella 31 a Trapani. A gestire il servizio, la cooperativa Saman Servizi, che l’aveva ottenuto attraverso un bando pubblico.
Una mensa per i poveri ma anche un punto di riferimento per gli ultimi, un luogo dove trovare ascolto e accoglienza oltre ad un pasto caldo.
I pasti, 63 al giorno, venivano distribuiti in tre turni dalle 12 alle 14. Ad accedere al servizio gratuito di ristorazione coloro che avevano ricevuto l’apposito buono pasto emesso dai Servizi sociali del Comune di Trapani.
Come spiega ancora il Giornale di Sicilia, la Saman Servizi, ad un certo punto, non sarebbe più riuscita a coprire le spese con i soli ticket, che spesso sarebbero stati ritirati dalle persone indigenti senza che poi consumassero creando un cortocircuito nel sistema. L’assessore alle politiche sociali, Enzo Abbruscato, ha dichiarato che approfondirà con l’ufficio legale “la situazione per comprendere al meglio se questa rinuncia di Saman può essere accettata o meno”.
La Saman Servizi gravita intorno alla comunità Saman fondata nel 1981 da Mauro Rostagno, il giornalista ed attivista ucciso dalla mafia.
Saman oggi è una delle maggiori realtà italiane impegnate nella lotta al disagio e alle dipendenze e nella promozione delle politiche di inclusione.
Non è ancora chiaro se la mensa potrà riaprire ma di certo a Trapani se lo augurano tutti. L’Osteria Sociale era diventata la ‘casa’ di molti.
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