Un ispettore di polizia della sezione di pg della Procura di Trapani, Gianni Aceto, è rimasto gravemente ferito alla mano sinistra mentre stava inserendo una chiavetta usb in un computer.
La chiavetta, che secondo i primi accertamenti conteneva esplosivo, contenuta in un plico, era stata inviata ad un avvocato che, insospettitosi, l’ha a sua volta consegnata alla polizia. All’agente sono saltate tre dita della mano sinistra.
Tutto comincia un anno fa quando un avvocato di Trapani, a quanto si apprenderà in seguito una donna, riceve un plico con all’interno una chiavetta usb proveniente come mittente dall’ “Ordine degli avvocati di Trapani”.
Il legale, però, si informa presso l’Ordine e scopre che nessuno gli ha mandato una chiavetta usb in un plico. Pertanto presenta denuncia dell’accaduto e consegna il plico in Procura.
A distanza di mesi, sono state avviate le indagini, con delega agli uffici di polizia giudiziaria della Polizia di Stato. La prima cosa da fare? Ovviamente, collegare la chiavetta ad un pc per esaminarne il contenuto.
E lì è avvenuto il fatto clamoroso: la chiavetta, infatti, una volta inserita, è esplosa. A quanto pare c’era un innesco esplosivo. L’ispettore di polizia che è incappato nell’incidente si è ferito gravemente al pollice rischiando di perdere tre dita.
I chirurghi dell’ospedale di Marsala hanno, però, riattaccato le tre dita all’ispettore di polizia. L’intervento è riuscito e le condizioni generali del ferito – che ha riportato altri traumi di minore entità – sono buone.
“Esprimo piena solidarietà alla stimata collega e all’ispettore di polizia, vittime di un subdolo e vile gesto” dice in serata il presidente dell’Ordine degli avvocati di Trapani, Umberto Coppola, che rivela come la chiavetta usb fosse destinata all’avvocato civilista Monica Maragno. “Sono stato io a far pervenire, circa due anni fa, il dispositivo alla Procura, con una lettera di accompagnamento con la quale spiegavo i motivi di quella consegna – dice Coppola – La collega aveva ricevuto una busta, preciso senza alcun logo riferibile al nostro Ordine ma con l’indicazione del mittente ‘Ordine degli avvocati di Trapani’ e per tale ragione si era insospettita. Dopo aver verificato che mai nessuno le aveva inviato alcunché, decise di lasciare il plico nella sede dell’Ordine”.
“Non ci preoccupammo del possibile contenuto del dispositivo informatico – puntualizza il presidente dell’Ordine – bensì puntammo l’attenzione sul fatto che qualcuno avesse fatto recapitare alla collega un pacchetto attribuendo falsamente il mittente”.
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