Un detenuto nel carcere Pietro Cerulli di Trapani ieri ha tentato il suicidio è stato salvato da un agente della polizia penitenziaria. “Solo grazie alla competenza dell’operatore di polizia penitenziaria addetto alla vigilanza del piano detentivo, – afferma Gioacchino Veneziano segretario generale della Uilpa – si è evitato il peggio. Infatti ha velocizzato la propagazione dell’allarme, togliendo il cappio dal collo, praticando senza indugio il massaggio cardiaco al detenuto privo di sensi”.
L’arrivo dei rinforzi, tra cui l’ispettore della sorveglianza generale, di altro personale e dello staff medico dell’Asp di Trapani, ha completato l’operazione iniziata dall’agente. “Non possiamo che complimentarci con il poliziotto del Pietro Cerulli di Trapani, – aggiunge il segretario del sindacato – che senza ombra di smentita ha messo in campo non comuni doti di coraggio, freddezza e capacità d’intervento. Questo intervento, ha confermato la grande professionalità della polizia penitenziaria che anche sotto attacco mediatico, pur con gravi lacune di organico, con la mancanza di un direttore in pianta stabile, del comandante del nucleo operativo del servizio traduzioni e piantonamenti in servizio effettivo, riesce a garantire il mandato costituzionale ed istituzionale alla società”.
Appena qualche giorno fa, i rappresentanti dell’osservatorio carceri di Antigone, Pino Apprendi e Francesco Leone, insieme alla deputata Rosalba Cimino del Movimento 5 Stelle, hanno visitato le carceri di Caltanissetta, Sciacca e Trapani, segnalando, fra l’altro, il maggiore disagio, dei detenuti extracomunitari, che molto spesso sono in Sicilia senza famiglia, con tutta una serie di difficoltà dovute alla mancanza dei colloqui, alle difficoltà dell’acquisizione di vestiario, l’impossibilità di comunicare i propri problemi di salute e soprattutto l’assenza dei mediatori culturali, cosa che rende la permanenza in cella grande tensione, che si scarica spesso nei rapporti con la polizia penitenziaria, la vera interfaccia del detenuto. “Un sincero plauso – afferma Pino Apprendi di Antigone Sicilia – va al personale della polizia penitenziaria di Trapani per avere letteralmente salvato, da sicura morte per impiccagione, la vita ad un detenuto maghrebino. Il carcere é una parte della città e come tale va attenzionato”.