Dovranno comparire davanti al gup di Marsala il prossimo 4 novembre gli imputati per lo stupro avvenuto a Campobello di Mazara e che ha portato all’arresto di quattro giovani alla fine dello scorso aprile. Tutti e quattro sono accusati di aver partecipato allo stupro di una diciottenne campobellese: per loro l’accusa è di violenza sessuale di gruppo. I presunti stupratori sono stati raggiunti dall’avviso di conclusione indagini a luglio.
A denunciarli è stata una ragazza di 18 anni, che ha raccontato di essere stata abusata all’interno di una villetta della frazione balneare di Tre Fontane, nella notte tra il 6 e il 7 febbraio, in una casa dove era stata invitata con la scusa di una festa. La giovane, però, quando è arrivata ha trovato soltanto maschi. E dopo un rapporto sessuale consensuale con uno di loro, quest’ultimo avrebbe invitato gli altri a fare sesso con lei ma contro la sua volontà.
Lo scorso 2 luglio, la ragazza è stata ascoltata in “incidente probatorio” davanti al gip di Marsala Riccardo Alcamo e ha confermato le accuse, anche se i legali dei quattro hanno evidenziato “contraddizioni” e “punti ancora oscuri” nel suo racconto. I quattro coinvolti sono i cugini Eros e Francesco Biondo, 23 e 24 anni di Marsala, Giuseppe Titone e Dario Caltagirone, 20 e 21 anni, di Campobello di Mazara. Un minorenne, invece, è indagato a piede libero.
“Il ragazzo ha chiamato gli amici. Lui mi ha bloccato. non riuscivo a divincolarmi dalla presa– ha raccontato la ragazza ai carabinieri – Ho iniziato a gridare a squarciagola disperatamente perdendo anche la voce. Io gridavo e loro ridevano”. In questa vicenda si inserisce anche l’episodio del padre della ragazza che dopo che la figlia ha fatto denuncia, si è presentato dai carabinieri con i giovani accusati, dicendo che erano dei bravi ragazzi e che sua figlia, la vittima, era in realtà ubriacata. Il papà della ragazza poi ha ribadito il suo sostegno dalla decisione della figlia lanciando anche un appello: “Alle ragazze violentate che non hanno la forza di denunciare dico: bisogna farlo senza se e senza ma, perché va affermata la legalità e la dignità di ogni donna”.
I quattro imputati si sono difesi davanti al gip di Marsala raccontando la loro verità. “I miei assistiti hanno chiarito la loro posizione, con una versione dei fatti che, naturalmente, non coincide con quella fornita dalla vittima” ha detto l’avvocato Massimo Mattozzi che difende due dei giovani rinviati a giudizio. “Durante l’interrogatorio è emerso che la ragazza era ubriaca e sarebbe scivolata mentre scendeva le scale e così è stata aiutata a rialzarsi. Da qui i lividi sulle braccia”, ha detto l’avvocato.