C’è un nuovo ricorso per l’assegnazione del seggio all’Ars per il collegio Trapanese di Fratelli d’Italia. È stato depositato ieri il ricorso in appello di Nicolò Catania contro la decisione dei giudici di primo grado. Nei giorni scorsi hanno dato ragione a Giuseppe Bica per il seggio assegnato all’Assemblea Regionale Siciliana.

Nel frattempo resta in carica

A difendere Catania, in questa fase del giudizio, è il collegio difensivo composto dagli avvocati Girolamo Rubino e Giuseppe Impiduglia del foro di Palermo. Così come anticipato nei giorni scorsi, il deputato regionale rimane, dunque, in carica. Questo per l’effetto del ricorso presentato. Continuerà quindi a partecipare ai lavori d’aula già a partire da domani.

Il primo ricorso accolto

Nei giorni scorsi il tribunale di Palermo ha accolto il ricorso di Peppe Bica contro l’elezione di Nicola Catania. Secondo i giudici Catania, risultato eletto nel settembre scorso in seguito alle elezioni regionali, avrebbe avuto un’incompatibilità. Il tribunale ha evidenziato che Catania, al momento dell’elezione, era ancora presidente in carica della Srr Trapani Provincia Sud. Si tratta della società di gestione di parte della provincia Trapanese per lo smaltimento dei rifiuti. Un ruolo che sarebbe stato incompatibile con quello di parlamentare regionale. Catania avrebbe quindi dovuto dimettersi prima di essere eletto e non lo avrebbe fatto.

Con la metà delle preferenze vola all’Ars

Bica ringrazia e dovrebbe volare all’Ars. Il condizionale è d’obbligo considerando il ricorso. Da considerare che il ricorrente, ex sindaco di Custonaci, aveva raccolto 3.324 preferenze risultando il primo dei non eletti in lista. Catania, anche lui ex sindaco ma di Partanna, lo ha quasi doppiato prendendo ben 6.276 voti.

Gli screzi

La notizia di questo ribaltone nel collegio di Trapani in realtà era già trapelata ben due settimane prima del deposito della sentenza e immediatamente smentita da Catania. Diverse testate divulgarono questa “indiscrezione”, perché tale si trattava dal momento che la sentenza non era stata pubblicata. A questo punto resta da capire come sia potuta trapelare la notizia. Quando cominciò a divulgarsi la notizia Nicola Catania esternò la sua amarezza e c’è da giurare che sulla vicenda andrà avanti per capire cosa sia successo. “Sono esterrefatto – aveva scritto – ma al contempo preoccupato per quanto accaduto, una situazione mai verificatasi nel passato. Di certo sarà mia cura e premura far luce sulla vicenda affinché situazioni di questo tipo non abbiano in futuro più a verificarsi”.