Le estorsioni all’imprenditore che si prendeva tutti gli appalti pubblici e gli affari di droga con vista sul Marocco. Erano le due strade pianificate dai boss della provincia Trapanese tracciate per rinvigorire le casse di cosa nostra, per aiutare non solo le famiglie ma anche i detenuti. E’ uno degli aspetti che salta fuori dalle intercettazioni effettuate nell’ambito della recente operazione antimafia “Hesperia” che ha portato a 70 indagati, di cui 35 con misure cautelari. Un’operazione che è stata mirata a colpire quelli che vengono considerati i fiancheggiatori di Matteo Messina Denaro.
L’estorsione pianificata
Ad essere pianificata soprattutto un’estorsione ad un noto imprenditore di Campobello di Mazara, tale Paolo Oddo, che nel contempo viene considerato “inavvicinabile”. Eppure, nonostante questa etichetta, i boss avevano pianificato di lanciargli dei chiari messaggi intimidatori. Pianificazione che avviene in un dialogo intercettato tra due pezzi da novanta della mafia campobellese, Vincenzo Spezia e Piero Di Natale, entrambi ritenuti vicino a Franco Luppino, già condannato per mafia e ritenuto addirittura fedelissimo di Matteo Messina Denaro.
Un danneggiamento preventivo
Il costruttore non era visto di buon occhio tanto che i due parlando sostenevano che praticamente tutte le commesse pubbliche le avesse la sua ditta. “Il sindaco dà tutte cose a lui…” dice Spezia che nel contempo suggerisce di preparare nei suoi confronti una sorta di “danneggiamento preventivo”: “Prima cerchiamo di fargli danno…”. In questo modo l’esponente della cosca era sicuro che l’imprenditore avrebbe avuto un atteggiamento più remissivo: “…E poi lo mandiamo a chiamare che lui viene come una pecorella..”.
La preparazione del discorso
In vista dell’avvicinamento all’imprenditore ci si preparava anche al tipo di discorso da dovergli fare: “C’è da acchiapparlo e li deve uscire i soldi lui…A dire a quanto l’hai preso a sedici euro al metro a quanto ho capito io…un euro dammi a ogni metro…chiuso…se vuoi lavorare se no caricati i mezzi e vattene…”. Piero Di Natale concordava: “Non è che se ne può andare dai carabinieri… Appena se ne va dai carabinieri si fa la croce da solo…”
La droga dal Marocco
Nel corso dell’incontro tra Spezia e Luppino, che Di Natale avrebbe dovuto organizzare, si sarebbe dovuto trattare anche la possibilità di organizzare traffici di droga dal Marocco. Sul punto, al Di Natale, che prospettava l’esigenza di trovare “un contatto là”, Vincenzo Spezia così replicava: “C’è mio cugino Manuele che è in Marocco e mio cugino Manuele la maneggia forte là…”.
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